La Fenice

Le fiabe, le Creature magiche, i Draghi, sono solo racconti per bambini, o esistono veramente e hanno qualcosa da insegnare anche agli "adulti"...?
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La Fenice

Messaggioda shanti » 29/12/2008, 15:52

IL MITO DELL' ARABA FENICE



Sono passati tanti anni da quando ho fatto questo sogno, ma è ancora molto vivo in me.

Sono a Puttaparthi, nel viale d’ingresso dell’Ashram di Sai Baba. C’è una lunga tavolata in cui siamo seduti in molti a mangiare. A capotavola siede Ovidio, il Maestro che ho seguito in quel tratto della mia vita e col quale ho un grande legame di cuore tuttora.
Sono seduta sul lato destro della tavola rispetto a lui, circa a metà. All’improvviso Ovidio dice …guardate!…e tutti guardiamo in alto. Una creatura strana scende un po’ in volo, un po’ lungo il muro, e viene verso di noi. Sembra a metà tra una scimmia (lì ce ne sono moltissime) e un uccello gigante. E’ ricoperta da un piumaggio, o pelo lungo, di colore rosa intenso, fluente. Una creatura bellissima che lascia tutti col fiato sospeso. Scende sulla tavola, si guarda intorno e poi viene verso di me, scende dalla tavola e si accoccola sul mio grembo.
Stupita, guardo Ovidio. Lui mi sorride e dice: “E’ la Fenice e rappresenta Madre Terra che rinascerà dalle sue ceneri e tu te ne devi prendere cura”
Da quel sogno, ho un grande senso di connessione con questo Essere, e, quando ho visto la Fanny di Albus Silente nel film di Harry Potter, l’ho amata ancora di più.
E ora ve la racconto. Shanti





LA FENICE

“Un nome senza tempo, che si perde nella notte ancestrale dei secoli.
Una Stella senza età, come un mito che non vuole spegnersi.
Un simbolo che sa tanto di verità, questa è l'Araba Fenice, l'uccello Sacro dell' Antico Egitto, somigliante ad un aquila con piumaggio vivamente colorato . L'Araba Fenice nutrendosi di Perle d'Incenso viveva per 500 anni per poi ardere sul rogo e quindi rinascere dalle sue stesse ceneri più Pura e più Bella.

Cosa rara e quasi impossibile a trovarsi la Fenice divenne per gli scrittori cristiani il Simbolo della Resurrezione così come nel linguaggio popolare un qualcosa di tanto straordinario da sembrare inverosimile, una specie di PORTAFORTUNA per le persone buone, un qualcosa di magico, senza età e senza tempo.”


La Fenice, spesso nota anche con l'epiteto di Araba Fenice, era un uccello mitologico noto per il fatto di rinascere dalle proprie ceneri dopo la morte. Gli Egizi furono i primi a parlare del Bennu che poi nelle leggende greche divenne la Fenice. Uccello sacro favoloso, aveva l'aspetto di un'aquila reale e il piumaggio dal colore splendido, il collo color d'oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d'oro e in parte di porpora, un lungo becco affusolato, lunghe zampe e due lunghe piume — una rosa e una azzurra — che le scivolano morbidamente giù dal capo (o erette sulla sommità del capo
Dopo aver vissuto per 500 anni (secondo altri 540, 900, 1000, 1461/ 1468, o addirittura 12954/ 12994), la Fenice sentiva sopraggiungere la sua morte, si ritirava in un luogo appartato e costruiva un nido sulla cima di una quercia o di una palma.
Qui accatastava ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, con le quali intrecciava un nido a forma di uovo — grande quanto era in grado di trasportarlo (cosa che stabiliva per prove ed errori). Infine vi si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme mentre cantava una canzone di rara bellezza.
Per via della cannella e della mirra che bruciano, la morte di una fenice è spesso accompagnata da un gradevole profumo. Dal cumulo di cenere emergeva poi una piccola larva (o un uovo), che i raggi solari facevano crescere rapidamente fino a trasformarla nella nuova Fenice nell'arco di tre giorni (Plinio semplifica dicendo "entro la fine del giorno"), dopodiché la nuova Fenice, giovane e potente, volava ad Heliopolis e si posava sopra l'albero sacro,
«cantando così divinamente da incantare lo stesso Ra»
La Fenice (abbreviazione: Phe) è anche una costellazione dell'Emisfero Sud, vicino a Tucana (il Tucano) e Sculptor. Fu così chiamata da Johann Bayer nel 1603, ed è costituita da 11 stelle. Assai curiosamente, questa costellazione è universalmente stata riconosciuta come uccello, ed è stata chiamata Grifone, Aquila, Giovane Struzzo (dagli arabi) e Uccello di Fuoco (dai cinesi).






Si dice inoltre che….




  • …la Fenice, dal momento che si crea da sé, non può avere alcun Maestro.
  • ... essendo un uccello unico (ne esiste soltanto una per volta), è un essere solitario.
  • ... è ancora più solitario per via del fatto che non si riproduce.
  • ... può vivere centinaia d'anni, ma sempre da sola, senza nessuno dei suoi simili.
  • ... pur essendo lo scopo della sua vita quello di riportare la felicità sulla Terra, lei stessa ha dovuto rinunciare alla sua felicità personale e alla possibilità di amare, dal momento che una Fenice non può avere un partner.


    Quattro piramidi furono dedicate alla Fenice:

  • quella di Cheope, presso Giza, detta "dove il sole sorge e tramonta";
  • ad Abusir, Sahure, "splendente come lo spirito Fenice";
  • Neferikare, "dello spirito Fenice"
  • Reneferef, "divina come gli spiriti Fenice".








Una interessante spiegazione ornitologica per il mito della Fenice, è che alcuni grandi volatili sbattono le ali sul fuoco per uccidere i parassiti col fumo. La Fenice, nel suo aspetto distruttore, viene a liberare il mondo dal male — i parassiti, appunto — bruciandolo col Fuoco Spirituale.
Vi sono controparti della Fenice in praticamente tutte le culture: sumera, assira, inca, azteca, russa (l'uccello di fuoco), quella dei nativi americani (Yel), e in particolare nella mitologia cinese (Feng), indù e buddista (Garuda), giapponese (Ho-oo o Karura), ed ebraica (Milcham):




In Cina
«Un uccello mitologico, che non muore mai, la fenice vola lontano, avanti a noi, osservando con occhi acuti il paesaggio circostante e lo spazio distante. Rappresenta la nostra capacità visiva, di raccogliere informazioni sensorie sull'ambiente che ci circonda e sugli eventi che si dipanano al suo interno. La fenice, con la sua bellezza assoluta, crea un'incredibile esaltazione unita al sogno dell'immortalità».
I cinesi hanno un gruppo di quattro creature magiche (detti "I quattro Spiritualmente-dotàti") che presiedono i destini della Cina, e rappresentano le forze primordiali degli animali piumati, corazzati, pelosi e con squame. Questi quattro animali sacri sono: Bai Hu (la tigre) o Ki-Lin (l'unicorno) per l'Ovest; Gui Xian (la tartaruga o il serpente) per il Nord; Long (il drago) per l'Est; e, per il Sud, Feng (la Fenice) — detto anche Fêng-Huang, Fung-hwang o Fum-hwang.
Rappresentava il potere e la prosperità, ed era un attributo esclusivo dell'imperatore e dell'imperatrice, che erano gli unici in tutta la Cina ad essere autorizzati a portare il simbolo del Feng. Era la personificazione delle forze primordiali dei Cieli, e talvolta veniva rappresentata con la testa e la cresta di fagiano e la coda di pavone (ma siccome i cinesi desideravano dare al Feng i più begli attributi di tutti gli animali, lo raffiguravano con la fronte della gru, il becco dell'uccello selvatico, la gola della rondine, il collo del serpente, il guscio della testuggine, le strisce del drago e la coda di un pesce).
Nel becco portava due pergamene o una scatola quadrata che conteneva i Testi Sacri, e recava iscritte nel corpo le Cinque Virtù Cardinali. Si dice inoltre che la sua canzone contenesse le cinque note della scala musicale cinese, e che la sua coda includesse i cinque colori fondamentali (blu, rosso, giallo, bianco e nero), e che il suo corpo fosse una mistura dei sei corpi celesti (la testa simboleggiava il cielo; gli occhi, il sole; la schiena, la luna; le ali, il vento; i piedi, la terra; e la coda, i pianeti).

In India
Nella cultura induista e buddista, la Fenice si chiama Garuda
Ha ali e becco d'aquila, un corpo umano, la faccia bianca, ali scarlatte e un corpo d'oro. È uno dei supremi veggenti d'infinita coscienza. Narra la leggenda indù che madre di tutti i serpenti, combatté con la madre di Garuda, imprigionandola. Garuda andò quindi a recuperare del Soma, che lo rese immortale, per liberare sua madre da Kadru, colpito da ciò, lo scelse come avatar (l'incarnazione terrestre) o destriero. Comunque, Garuda mantenne un grande odio verso i Naga (la famiglia dei serpenti ), e ne ammazzava uno al giorno per pranzo. Poi però un principe buddista gl'insegnò l'astinenza, e Garuda riportò in vita le ossa di molti dei serpenti che aveva ucciso.

In Giappone
In Giappone la Fenice figura col nome di Ho-ho o Karura: è un'enorme aquila sputa fuoco dalle piume dorate e gemme magiche che ne coronano la testa, ed annuncia l'arrivo di una nuova era.

Fra gli ebrei e i cristiani
Nelle leggende ebraiche, la Fenice viene chiamata Milcham. Dopo che Eva mangiò il frutto proibito, divenne gelosa dell'immortalità e della purezza delle altre creature del Giardino dell'Eden , così convinse tutti gli animali a mangiare a loro volta il frutto proibito, affinché seguissero la sua stessa sorte. Tutti gli animali cedettero, tranne la Fenice — che Dio ricompensò ponendola in una città fortificata dove avrebbe potuto vivere in pace per 1000 anni. Alla fine di ogni periodo di 1000 anni, l'uccello bruciava e risorgeva da un uovo che veniva trovato nelle sue ceneri.

La fenice è cantata da numerosi poeti classici, come Ovidio, che scrisse che ogni 500 anni essa si rigenerava istantaneamente dalla proprie ceneri, in un nido di piante aromatiche che essa stessa costruisce.

I padri della Chiesa accolsero la tradizione ebraica e fecero della fenice il simbolo della resurrezione della carne. La sua immagine ricorre frequentemente nell'iconografia delle catacombe.




Paralleli con altre figure leggendarie
Quetzalcoatl, dio uccello (o serpente piumato) dell'America del Nord (Messico), aveva il dono di morire e risorgere; grande sovrano e portatore di civiltà. Da un'iscrizione Maya del 987 d.C.: «Arrivò Kukulkán, serpente piumato, a fondare un nuovo stato». I toltechi ne parlano come di un re-sacerdote di Tollan, che morì nello Yucatan, forse arso su un rogo (come la Fenice).
Wakonda, uccello del tuono degli indiani Dakota. Per i Sioux, "grande potere superiore", fonte di potere e saggezza, divinità generosa che sostiene il mondo e illumina lo sciamano
Nella narrativa dell'antica Persia è presenta con il nome di Homa o Seemorgh.


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Messaggioda drago-lontra blu » 30/12/2008, 8:38

bellissimo, sono cose che non sapevo. Che dici, scrivo del suo valore alchemico o risulto pedante?
un bacione ..mo che bello,,,,,che BELLLLLLOOOOOOOOOO sunny sunny sunny
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Messaggioda shanti » 30/12/2008, 10:34

Scrivi, così completi con cose che io non conosco! Grazie...

Shanti
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Messaggioda Ospite » 02/02/2009, 6:41



Fenice


Sto per morire.
Lo sento dentro la pelle
in quest'anima
assurdamente piegata.
Lacrime secche
bagnano nude prigioni
e mi attardo davanti alle fiamme.
Il dolore acceca ogni pensiero
aspettandomi.
So cosa accade:
oggi muoio.
Oggi rinasco.



Un abbraccio

Moon


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Messaggioda drago-lontra blu » 11/03/2011, 13:56

ma come, dico che scrivo sul suo valore alchemico e poi non lo faccio? ma che sciagurata......meglio che ci pongo rimedio....
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Messaggioda drago-lontra blu » 12/03/2011, 10:34

qualche altra notizia:

La Fenice Egizia:




Bello come un fuoco imperituro, il sacro uccello Fenice si presenta come un aquila vigorosa il cui purpureo e dorato manto del corpo e delle ali lasciano il posto ai riflessi lucenti della coda e alle due piume ritte in capo,l'una azzurro tenue l'altra rosa.

La Fenice è un animale immortale, che circa ogni 500 anni si rinnova, ardendo in un aromatico fuoco ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella, spigonardo, mirra e le più pregiate piante balsamiche, per poi risorgere in un pulcino che dopo tre giorni troverà il vigore dell'uccello adulto e cantando con il suo canto arcano e sovrannaturale spiccherà il volo verso i limpidi cieli del mondo o secondo la leggenda verso l'albero sacro di Heliopolis, la città del sole a lei sacra.

La leggenda dell'araba Fenice ha inizio in Egitto, dove con il nome di BENU ("risplendere,sorgere o volare"), si presenta come mistico emblema del dio Ra e in alcuni miti come sua forma fisica nel mondo.BENU era molto simile all'odierna concezione dell'animale adulto, incoronato però con l'Atef (corona dell' Alto Egitto con due piume di struzzo) o con il disco solare. Spesso "scambiato" con altri animali in parte ad esso simili da molti popoli dell'antichità ( il fagiano per i Romani o l'Ibis per gli Ebrei ad esempio), solo gli antichi Egizi avevano l'abitudine di "rappresentare" e non identificare la Fenice con l'airone cinereo nei riti di Heliopolis, il cui passaggio era segno di buon auspicio.

Sempre nell'antico Egitto ha origine la leggendaria immortalità della Fenice, spiegata qui come in un dono del risorto Osiride al BENU, a cui svela il segreto della risurrezione , e ad Osiride oltre a Ra è anticamente legata qui come simbolo del rinnovamento spirituale e della rinascita e soprattutto come forza vitale che sia per prima nata nel caos originale prima dell'opera del Dio Ptah, nascendo dal sacro fuoco di Heliopolis, unica e insostituibile, "sempre eadem". Di Fenici se ne parla anche se con diverse rielaborazioni del mito nel Fisiologo ( che ne evidenzia l'amore per gli aromi spesso sacri e indispensabili al suo rito di rinnovazione) o negli scritti di Erodoto («Un altro uccello sacro era la Fenice.

Non l'ho mai vista coi miei occhi, se non in un dipinto, poichè è molto rara e visita questo paese (così dicono ad Heliopolis) soltanto a intervalli di 500 anni: accompagnata da un volo di tortore, giunge dall'Arabia in occasione della morte del suo genitore, portando con sè i resti del corpo del padre imbalsamati in un uovo di mirra, per depositarlo sull'altare del dio del Sole e bruciarli. Parte del suo piumaggio è color oro brillante, e parte rosso-regale (il cremisi: un rosso acceso). E per forma e dimensioni assomiglia più o meno ad un'aquila.»), o ancora con Ovidio nelle Metamorphoses.

La fenice, che non compare nel Bestiario d'amore, è presente sia nel Fisiologo greco che nel. Bestiario Latino vi si dice che la fenice, vivendo oltre cinquecento anni, quando si vede invecchiata, raccolti dei rami odorosi, si profuma le ali con diversi aromi (come il nostro Salvatore, che scendendo dal cielo, riempì le sue ali dei dolcissimi odori del Nuovo e dell'Antico Testamento), costruisce un rogo e, volta alla luce del sole, con grande battito d'ali, si procura un incendio volontario, e così di nuovo risorge dalle sue ceneri. Così è l'uomo, che muore nel corpo per rivivere nell'anima oltre la morte.



Il canto della fenice, del resto, potrebbe essere riferito di riflesso anche all'anima che, illuminata dalla luce della Sapienza, proclama la vera dottrina: tanto più che, poco più avanti, nel capitolo dedicato al cigno è detto che l'anima desiderosa di conquistare questa Donna "canta, nella morte, inamorata / andando al suo Fattor così beata". La fenice di Cecco d'Ascoli rinnova dunque, a distanza di secoli, quella del trattato II, 5 di Nag `Hammâdi, che "prima appare viva, poi muore, e risorge nuovamente, essendo essa un segno per colui che si manifesterà al termine dell'eone": simbolo dello gnostico che, grazie al battesimo spirituale, ritorna alla sua patria celeste dopo aver patito l'esilio nel mondo inferiore. E gli ardui versi dell'Acerba si illuminano di un cupo bagliore se si pensa che, per non aver rinunciato a dissipare l'ignoranza cantando "delle giuste note", il poeta ascolano - tragica fenice - finì arso sul rogo.


Lo stesso complesso di idee esoteriche si ritrova nel mito del misterioso uccello Simurgh - la fenice persiana - descritto nell'epopea mistica islamica, in particolare nelle opere di 'Attâr et di Sohravardî. Nell'Arcangelo purpureo, Sohravardî narra che la Simurgh ha il suo nido in cima all'albero solare Tûbâ, che sorge sulla montagna Qâf e rappresenta il centro del Malakût o "paradiso" cui l'anima fa ritorno dopo essere evasa dalla prigionia terrestre: ogni volta che una di esse scompare sulla terra, dove si dirige per assicurare la sussistenza della vegetazione, una nuova Simurgh spicca il volo dall'albero Tûbâ. In un altro trattato, l'Incantesimo di Simurgh, Sohravardî riferisce che ogni upupa, in primavera, abbandona il suo nido e vola verso la montagna Qâf: qui, dopo essersi spogliata con il proprio becco delle vecchie piume, diventa una Simurgh, che porta un piumaggio multicolore, si nutre di fuoco e, modulando un suono meraviglioso dal quale derivano tutte le conoscenze, risveglia dal sonno i dormienti.

Ma il racconto più straordinario è certamente quello che conclude Il verbo degli uccelli di 'Attâr, riassunto anche da Borges nel Manuale di zoologia fantastica. Vi si narra come la schiera degli uccelli intraprenda un lungo e penoso viaggio alla ricerca della Simurgh; dopo molti anni di vagabondaggio per valli e per montagne, solo pochissimi - trenta - sopravvivono, con corpi e anime distrutti, e incontrano un araldo che li invita a tornare a casa per non rimanere incendiati dal lampo

che balena dalla sublime creatura. Ma i trenta superstiti, poiché già dentro di loro divampa l'incendio, non desistono e riescono infine a contemplare Simurgh, annientandosi e rinnovandosi completamente nella sua visione: "Nell'immagine del volto di Simurgh contemplarono il mondo, e dal mondo videro emergere il volto di Simurgh. Osservando più attentamente si accorsero che i trenta uccelli altri non erano che Simurgh, e che Simurgh era i trenta uccelli: infatti, volgendo nuovamente lo sguardo verso Simurgh, videro i trenta uccelli, e guardando ancora se stessi rividero lui. O meraviglia, questo era quello e quello era questo".

È evidente come, in tutti questi testi, la Simurgh rappresenti il doppio divino di ogni essere umano, unico e pur diverso per ciascuno, che come in uno specchio abbagliante e incendiario vi contempla la propria vera identità.


di Mario Madia.
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Messaggioda shanti » 12/03/2011, 15:02

Grazie sorella. La fenice mi ha sempre affascinata. Grazie per l'aggiunta. Un bacione

In fondo abbiamo solo aspettato un paio d'anni gh gh gh



Fanny, la deliziosa Fenice di Silente
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Messaggioda drago-lontra blu » 12/03/2011, 19:17

grr..grrrr
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Messaggioda shanti » 12/03/2011, 19:34



ciao vecchia capra spelacchiata.
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Messaggioda drago-lontra blu » 12/03/2011, 19:40

tsz tsz tsz......
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