I DOGON E SIRIO

Le meraviglie degli Universi...
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I DOGON E SIRIO

Messaggioda shanti » 09/02/2009, 20:40

CHI SONO I DOGON

Quella dei Dogon e' una delle oltre venti etnie africane che popolano il
Mali; attualmente non arrivano alle 300.000 unita' dichiarate dalle informazioni ufficiali, a causa della micro-emigrazione interna dei giovani; abitano una terra arida ed assolata a sud della grande ansa del Niger, sulla faglia rocciosa e sulla piana del Seno che si estende fino al confine del Burchina Faso. I loro villaggi sono disseminati sulla sommita' ed ai piedi della falesia di Bandiagara, una dirupata parete rocciosa, alta mediamente 400 metri, che attraversa il Sahel per oltre 200 chilometri.
Il territorio e' stato designato "patrimonio dell'umanita'" dall'Unesco per la sua importanza culturale e naturale.
I Dogon si rifugiarono in questa zona inospitale per sfuggire alle spinte espansionistiche dei grandi imperi islamici medievali costituitisi sulle sponde del Niger. Grazie all'inaccessibilita' del loro territorio riuscirono nel corso dei secoli a sottrarsi all'influenza culturale dell'islam prima e del colonialismo europeo poi, conservando la religione animista e le antiche tradizioni.
Nel mondo verticale della falesia i Dogon hanno costruito
i loro villaggi di fango e paglia, collegati fra loro da aeree scalette di legno e vertiginosi sentieri.
Sono rimasti e tuttora rimangono lontani dalle civilta' tecnologicamente avanzate, e pur non avendo avuto contatti storici documentabili con altre societa' umane (salvo che nel periodo degli esploratori), vivono secondo un complesso sistema sociale ben organizzato.
L'economia e' di mera sussistenza, basata solo in parte su caccia, pesca e allevamento (capre, pecore ed asini) e principalmente sull'agricoltura. Contadini incredibilmente attivi, i Dogon coltivano
piccoli orti di terra riportata o strappata faticosamente alla roccia.
Hanno commercio con i pastori fulani, per lo scambio di prodotti agricoli con carne, sale ed altri beni di consumo
Nei villaggi il lavoro e' rigorosamente definito dai ruoli sociali dell'uomo e della donna: l'agricoltura e' un'occupazione sia maschile sia femminile, mentre soltanto gli uomini cacciano, pescano, si occupano del bestiame, intrecciano canestri e tessono cotone.
La tessitura e' un'arte sacra riservata a pochi; considerata la prima arte insegnata all'umanita', simboleggia la combinazione degli opposti: il maschile e il femminile, la terra e l'acqua.

I Dogon hanno rinomate abilita' artistiche, ereditate dai Tellem, popolazione che visse nella stessa regione molti secoli prima della migrazione dei Dogon sulla falesia. Esse si manifestano soprattutto nella colorazione dei tessuti e nell'intaglio del legno. Particolari e raffinate opere d'intaglio sono
le porte delle loro abitazioni e dei granai, le statuette votive e le maschere rituali.
Le maschere sono il simbolo religioso piu' espressivo della fede dei Dogon; sono usate durante cerimonie e danze rituali.

Nonostante rappresentino un piccolo gruppo, i Dogon sono conosciuti per il raffinato sistema di conoscenza espresso in un corpus di miti interrelati, trasmesso solo oralmente per iniziaziazione, che spiega non soltanto l'origine dell'universo ma anche il nesso simbolico che sottende il tutto (uomo e societa' compresi), rivelando come il tutto sia contenuto in germe in ogni sua parte, anche la piu' piccola.
La cosmogonia dogon e' fondata sulla credenza in un dio creatore, AMMA, e in una creazione prodotta dai movimenti dell' "uovo del mondo".
La cultura dogon fu studiata per la prima volta dall'etnologo
Marcel Griaule. In "Dio d'acqua" (1948 ) egli racconto' l'iniziazione ricevuta dal vecchio saggio Ogotemmeli sulla mitologia dogon e rivelo' cosi' all'Europa ed al mondo l'esistenza di una cultura misteriosa, affascinante ed oggi anche inquietante per le analogie riscontrate sia con alcuni fondamenti delle culture indoeuropee e semite, sia con i dati delle piu' recenti scoperte dell'astrofisica.

I Dogon si tramandano da tempo immemorabile precise conoscenze sulla nascita e sul movimento delle stelle. Affermano di discendere da una stella chiamata Po-tolo, lo stesso nome del seme di fonio ( o Digitaria)che rappresenta la vita. Questa stella per noi e'
Sirio B, una nana bianca invisibile ad occhio nudo, di cui i Dogon conoscono con esattezza l'orbita e la massa con sorprendenti coincidenze con le scoperte della moderna astrofisica


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Messaggioda shanti » 09/02/2009, 20:40

seconda parte ....
Sirio B, la stella che non si vede

I Dogon si tramandano da tempo immemorabile straordinarie conoscenze scientifiche sulla nascita e sul movimento delle stelle che dicono di aver apprese dai Nommo, gli antenati anfibi venuti dal cielo con l'arca per diffondere le arti ed il sapere tra gli uomini. Dicono che discesero da una stella chiamata Po-Tolo, lo stesso nome del seme del fonio (o Digitaria), che rappresenta la vita.
Questa stella per noi e'
Sirio B, una nana bianca con pochissima emissione di luce e percio' invisibile ad occhio nudo, ma i Dogon la conoscono con tanta precisione da affermare che essa compie un giro completo intorno a Sirio ogni cinquant'anni, che e' bianca, piccola ma molto densa e composta da quattro elementi, aria, acqua, fuoco e da un metallo cosi' pesante che neppure tutti gli uomini della terra riuscirebbero a sollevare.
Secondo i calcoli dei moderni astronomi, Sirio B e' di poco piu' grande della terra, ma con una massa quasi pari a quella del sole ed ha un periodo di rotazione intorno a Sirio di 49,98 anni. Le coincidenze tra il mito dogon e
le scoperte scientifiche sono ancor piu' sorprendenti se si pensa che l'esistenza di Digitaria fu ipotizzata, sulla base di calcoli di meccanica celeste, solo nel 1844 da F.W.Bassel, e fu vista con il telescopio per la prima volta nel 1862 da A.Clark

Digitaria, affermano i Dogon, non e' la sola compagna di Sirio: un'altra stella, Sorgo Femmina (Sirio C), piu' grande e quattro volte piu' leggera, viaggia su una traiettoria maggiore nella stessa direzione. Sorgo Femmina e', secondo il mito, la sede delle anime di tutti gli esseri passati e futuri; essi vivono immersi nelle acque degli stagni famigliari.
La scienza non riesce a spiegare come i Dogon conoscano l'esistenza di Sirio C, soprattutto come abbiano potuto darne una rappresentazione con tanta precisione, l'orbita e la massa.
Benche' si tratti di conoscenze ormai acquisite per gli astronomi , sono in ogni caso di estrema importanza, perche' riferite a stelle scoperte molto piu' tardi con sofisticati strumenti e a fenomeni che sono stati compresi solo dopo decenni di studi e di sperimentazioni nei piu' sofisticati laboratori di fisica nucleare e delle alte energie.






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Messaggioda shanti » 09/02/2009, 20:40

terza parte...

Le teorie: dagli Ufo agli archetipi universali

Gia' le antiche civilta' mediterranee degli Egizi e dei Sumeri custodivano straordinarie conoscenze astronomiche che alcuni sostenitori delle teorie "ufologiche-contattistiche" della scuola di
Robert Temple, ipotizzano trasmesse da strani visitatori provenienti da mondi lontani.
Anche i Sumeri infatti parlavano di esseri anfibi,
gli Oannes, che istruirono il popolo alle arti ed alle scienze, come erano e fecero i Nommo dei Dogon. Questi narrano che, quando il dio dell'universo, Amma, mando' sulla terra il figlio Nommo su di un'arca, questa atterro' a nord-est di Bandiagara. Mentre l'arca scendeva, un'enorme nuvola di polvere a forma di spirale si alzo' dal terreno; il Nommo era rosso come il fuoco, ma quando atterro' divenne bianco; intanto una stella era apparsa in cielo e spari' quando il Nommo se ne ando'.
In altro ambito concettuale, si collocano altre due chiavi interpretative radicalmente diverse:

quella simbolistica-esoterica di studiosi come Rene' Guenon e quella fondata sui criteri della fenomenologia del sacro (ierologia) sostenuta da Mircea Eliade .

Secondo Guenon tutte le varie tradizioni e conoscenze di ordine mitologico-sapienziale trasmesse dai vari popoli in forme apparentemente diverse, derivano da un'unica Tradizione primordiale metafisica, poi adattata alle diverse culture e mentalita'. Questo spiega le straordinarie corrispondenze tra le varie culture e tradizioni religiose, manifestatesi nel corso del tempo. Il compito di perpetuare questo sapere superiore e' svolto da e'lites intellettuali attraverso due vie, quella esoterica e quella exoterica; la prima e' piu' profonda ed ha come linguaggio il simbolo; la seconda ricorre alla narrazione mitica che e' piu' accessibile.

Mentre per Guenon i miti sono conoscenze reali da interpretare, per Eliade il mito e' gia' una spiegazione della realta' che appartiene all'uomo; e' una pagina di storia sacra accaduta. Le coincidenze si spiegano perche' il mito risponde ad un'esigenza assoluta e profonda dello spirito umano.


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Messaggioda shanti » 12/07/2010, 17:55

Riprendo questo argomento perché amo Sirio, e sapete perché, e perché spero in un approfondimento da parte di un'esperta del settore che riesce a descrivere il cosmo con sapienza e poesia, cosa che io non sono capace di fare.



La levata eliaca di Sirio.

Non è difficile individuare questa stella nel cielo ma, qualora ve ne fosse bisogno, Sirio si trova esattamente sull’allineamento della cintura di Orione (le tre stelle Alnitak, Alnilam e Mintaka), proprio come mostrato nell’immagine.

In alcuni casi Sirio è chiamata anche la “Stella del Cane”, fa parte infatti della costellazione del Cane Maggiore, il cane del cacciatore Orione, che lo si vede ergersi sulle zampe posteriori, vicino al suo padrone. Anche questa costellazione, come quella di Orione, rimane visibile prevalentemente nelle notti invernali. ...
Secondo una versione della mitologia greca il Cane Maggiore sarebbe Lepalo, il cane di Procri, figlia del re ateniese Eretteo. Lepalo era così veloce che nessuna preda poteva sfuggirgli. A Procri era stato donato da Minosse, re di Creta, che nei confronti della fanciulla nutriva tenere speranze. Minosse lo ereditò dalla madre Europa, che a sua volta lo ebbe in dono da Zeus, innamoratosi di lei.
Ma, tornando a Sirio, pare che il nome provenga dal termine greco seirus che significa “che fa appassire” o “che fa inaridire”. In effetti è molto appropriato se si pensa che, nei giorni della levata eliaca di Sirio, cioè quando la stella sorge all’alba insieme al Sole, siamo nel periodo più caldo dell’estate (luglio-agosto), quei giorni furono chiamati quindi “Giorni del Cane” (giorni canicolari). Ancora oggi è in uso infatti il termine “canicola” per riferirsi al caldo opprimente delle giornate agostane.
Ma se ci spostiamo nell’antico Egitto notiamo che Sirio, che gli egiziani identificavano con Iside (dea della maternità e della fertilità), rivestiva un ruolo ancor più importante e vitale. Si pensava infatti che fosse proprio la levata eliaca di questa stella il fattore scatenante delle piene del Nilo, evento che gli egiziani attendevano con grande favore, poichè le sue esondazioni andavano a fertilizzare i terreni irrorati, permettendo quindi il sostentamento della popolazione.
Vito Lecci. Sidereus.Nuncius.info

L’Apertura della Porta del Leone

La Porta del Leone è il portale stellare che attiva il campo energetico Terrestre più potente. Era noto agli antichi Egizi, che celebravano il loro Nuovo Anno intorno al 26 di Luglio. Questa celebrazione, nei cieli, era marcata dal “sorgere elicoidale” di Sirio. Questo è il periodo in cui Sirio sorge nel cielo, accanto al primo sole del mattino. E’ visibile come una stella luminosa, mentre il sole sorge. In Egitto, l’allineamento del sole e di Sirio era inteso essere un messaggero di nuova vita ed abbondanza, poiché avveniva in congiunzione con l’innalzamento del Nilo che portava gli straripamenti annuali, i quali producevano cibo e raccolto per il popolo Egizio.

Ma, come sopra così sotto. I saggi e i sacerdoti Egizi, sapevano che l’abbondanza veniva principalmente dalle potenti energie stellari che inondavano la Terra con l’allineamento del Sole e di Sirio in relazione con il Centro Galattico. Quest’ondata d’energia attraverso la Porta del Leone eleva la Terra al livello successivo nei suoi cicli d’evoluzione. Questo evento è anche concomitante con il movimento del Sole nella Quinta Casa dello Zodiaco, il Leone, il segno Solare di Creatività e Passione. Questo è il motivo per cui è chiamato la Porta del Leone. Il Leone, o la costellazione del Leone, custodisce l’ingresso al Portale Stellare di Sirio
.
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Messaggioda Ospite » 12/07/2010, 19:43




Sulla LEVATA ELIACA DI SIRIO e sul calendario egizio aggiungo alcune informazioni perché sono interessanti:


Per gli Egizi l’intera sussistenza era legata al Nilo e alle sue periodiche inondazioni… che con straordinaria regolarità coincidevano con la levata eliaca di Sirio (che loro chiamano Sothis o Sepdet). Il loro capodanno quindi era fissato in quella data. Sothis scompare sotto l’orizzonte per 70 giorni (oggi circa da fine maggio ai primi di agosto).


Loro la chiamavano PERET SEPDET = L’USCITA DI SOTHIS

Inizialmente il calendario egizio era di 360 giorni: avevano diviso il cielo in decani, gruppi di 36 stelle che sorgono sulla fascia equatoriale a intervalli di 10 giorni l’una dall’altra (e che come Sirio restano invisibili sotto l’eclittica per 70 giorni), scandendo così sia le ore del giorno sia l’anno solare in una rivoluzione di 360°.
Un vero e proprio CALENDARIO STELLARE.
All’inizio quindi il calendario prevedeva un anno di 360 giorni (12 mesi di 30 giorni) diviso in tre stagioni: i mesi dell’inondazione, i mesi della germinazione e i mesi del raccolto.
Questi computi astronomici erano raccolti in tavole che alcuni studiosi chiamano “orologi stellari diagonali”.
Oggi è molto difficile stabilire quali stelle oltre a Sirio facessero parte dei 36 decani. Di sicuro quelle nella costellazione di Orione (che loro chiamavano Sah), le Pleiadi, Aldebaran, Arturo .

Aggiungo una chicca per Drago Blu … Meskethiu è il nome egizio di Ursus Maior… importantissima (nonostante non faccia parte dei computi per il calendario) perché ai tempi degli egizi la stella polare era Thuban, alfa Draconis… “l’intramontabile”.

Dallo studio delle albe di Sothis tuttavia gli egizi hanno dedotto che l’anno ‘stellare’ non doveva essere di 360 giorni ma di 365, e hanno aggiunto 5 giorni ‘a parte’, giorni di festa che chiamavano ‘giorni epagomeni’ ( “i cinque giorni sopra l’anno”) … ma nemmeno così risultava una perfetta coincidenza tra la levata eliaca e il traboccare del Nilo.
Aggiungono allora un giorno in più al loro normale calendario ogni 4 anni: e la sincronia è perfetta perché la Levata di Sirio coincida sempre con la piena del Nilo. Ogni 1461anni in questo modo il ciclo Sothiaco ricomincia facendo coincidere il sorgere di Sirio con il primo giorno del primo mese dell’inondazione..

Ma al di la di questi calcoli la Levata eliaca di Sirio è un concetto importantissimo che fa riflettere su come vi sia una continuità perfetta e sistematica tra le stelle, la vita dell’uomo e ciò in cui l’uomo per millenni ha riposto la propria fede.

Nel caso degli Egizi il collegamento è di una precisione tale che è riuscito ad arrivare anche a dei miscredenti come noi: ogni volta che una stella sorge, ogni volta che una parte della volta stellata cambia collocazione rispetto al campo visivo terrestre si compie un ciclo vitale e un ciclo spirituale. All’arrivo dei Gemelli nei pressi dell’equinozio di primavera loro vedevano la testa di Nut volgersi verso il basso, la biforcazione nella costellazione del cigno erano le gambe … la sempiterna cognizione di come l’Universo generi la Vita ed ogni transizione/trasformazione.

IKEMUH SEK che letteralmente significa "coloro che non conoscono distruzione" è il nome che veniva dato al gruppo di stelle verso le quali puntano le Piramidi.

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Mi viene in mente un'altra cosa legata alle PORTE.
Gli egizi avevano un libro chiamato proprio "Libro delle Porte" , non è ovviamente un libro vero e proprio ma un ciclo di iscrizioni. Sono sempre state interpretate come incantesimi che il defunto doveva evocare per passare indenne verso la regione stellare del Duat .. in realtà queste PORTE corrispondono a dodici regioni stellari che il Sole (da leggere come il 'carro di Rà) deve attraversare, e che, grazie al computo del calendario stellare che regola sia le ore del giorno che i giorni dell'anno, possono essere ricondotte alle dodici ore della notte.

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Sulla PORTA DEL LEONE ricordo che la Sfinge (io sposo la teoria che la vuole edificata in tempi antecedenti alle piramidi, circa nel 10.000 a.C) è stata proprio eretta in modo che guardi verso Est, ossia al sorgere del sole che all'equinozio di primavera di 12.000 anni fa era nella costellazione del Leone e scandiva quindi L'ERA DEL LEONE.

Sono appunti un po' sparsi... mi dovete scusare ma il neurone Tempestario ovviamente soffre moltissimo il caaaaldo e non connette benissimo... appena si riprende scrivo qualcosa di più 'connesso'


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Messaggioda shanti » 13/07/2010, 15:34

Saranno pure sparsi ma interessanti. Ci contavo Donna delle galassie.
Ilario ha dato un sussulto sulle dodici porte. Si sa a quale regione stellare è collegata la terza porta? Eh eh eh a volte ritornano....
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Re: I DOGON E SIRIO

Messaggioda shanti » 15/09/2014, 16:13

riprendiamo i Dogon

Secondo molti ricercatori, sono esistite, prima della nostra, civiltà che non possiamo neppure immaginare. Il nostro pianeta è un seme stellare, nel quale le forme di vita sono giunte da ogni dove, mescolandosi tra loro e generando nuove forme di vita prima di andarsene. Ciascuna delle forme di vita ha attraversato 5 livelli di consapevolezza. In questo momento ci troviamo al secondo livello di queste cinque tappe. La civiltà sulla terra risale a 500 milioni di anni.

Quasi tutte le prove dell'esistenza di antiche civiltà sono state accantonate o ignorate. Come abbiamo già visto tra noi e la stella di Sirio c'è uno stretto legame, del quale non si sa molto, ma è determinante e importante saperne di più, perla nostra comprensone della nostra situazione attuale.

Nel libro di Robert Temple," The Sirus Mystery", possiamo trovare la seguente teoria: esiste una tribù africana vicino a Timbuktu chiamata Dogon. Da più di 7000 anni gli abitanti di questa tribù gli sono depositari di conoscenze astrologiche che in teoria non avrebbero potuto avere, in quanto sono state scoperte da nostri scienziati solamente de una ventina d'anni, grazie all'invio di satelliti nello spazio con potentissimi telescopi.

I Dogon erano a conoscenza di Sirio sin nei dettagli. Sirio è la stella più brillante del nostro cielo, situata a sinistra dell'estremità inferiore della cintura di Orione. I Dogon parlavano dell'esistenza di un'altra piccola stella che ruota intorno a Sirio, composta dalla materia più potente dell'universo. Questa stella completa la sua rotazione ogni 50 anni. siccome gli scienziati non riuscivano a vederla con i loro potenti telescopi, gli etnologi hanno creduto che si trattasse solo di una leggenda di questi Dogon. Nel 1970 un telescopio lanciato nello spazio scoprì una piccola stella nana che ruotava intorno a Sirio. come quella citata dai Dogon. si calcola che 25 millimetri cubici di questa stella abbiano un peso di 600 tonnellate. Inoltre si è calcolato che l'orbita di questa stella intorno a Sirio sia per l'appunto di 50 anni. Questa stella è stata denominata Sirio B, mentre quella già conosciuta Sirio A.

A questo punto un'equipe di scienziati si recò dai Dogon per scoprire come potessero essere a conoscenza di informazioni così precise su Sirio A e B. Gli anziani del villaggio parlarono di un'astronave atterrata sulla loro terra molto tempo fa. Da questa astronave uscirono degli esseri che fecero un grosso buco nel terreno, che riempirono poi di acqua, creando così un lago artificiale. Gli abitanti di questa astronave avevano le sembianze di delfini, infatti il lago fu creato perché lo usarono per viverci il tempo che si sarebbero fermati in quel posto. In seguito questi esseri si avvicinarono alla riva del lago e parlarono con gli antenati dei Dogon, rivelando loro che arrivavano da Sirio, e gli raccontarono anche molte storie legate ad essa.

I Dogon possedevano informazioni ancor più incredibili. Avevano un'immagine visuale del movimento di Sirio A e B in rapporto alla terra nel periodo tra il 1912 e il 1990, che andava ad aggiungersi all'immagine esatta che avrebbero avuto le stelle in quel periodo. Possedevano inoltre un gran numero di informazioni sui pianeti del nostro sistema solare, comprese le varie lune. Come potevano sapere tutto questo?

Da infinito .it
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