Messaggioda Oliviero Angelo » 08/05/2011, 11:25
Dio E'
Dio è sia all'interno sia all'esterno, perché solo Dio è. Di fatto, è una ripetizione dire: "Dio è", perché non è possibile dire: "Dio non è". Dio è l'essenza stessa dell'esistenza. Possiamo dire: "la casa esiste", perché un tempo la casa non esisteva, e di nuovo un giorno non ci sarà più. E' giusto dire: "Esiste" riferito a una casa, perché è possibile anche dire: "Non esiste". Possiamo dire: "L'uomo esiste", ma non possiamo dire: "Dio esiste" perché solo egli è, è sempre stato e sempre sarà. Dio è la vera essenza, Dio è l'esistenza stessa.
Allora perché mai usiamo la parola "Dio"? Perché usarla? La usiamo del tutto simbolicamente, per indicare una certa entità. Quando diciamo: "Dio esiste", vogliamo dire che l'esistenza non è priva di un anima; vogliamo dire che l'esistenza non è morta. Con questo intendiamo che l'esistenza è viva, pulsante d'amore, di compassione, di consapevolezza e coscienza, che è qualcosa di intrinseco - ci è amica - è in intimità con noi, è possibile rivolgersi all'esistenza, ed è possibile riceverne una risposta.
Quando diciamo: "Dio esiste", vogliamo dire che l'esistenza ti concede la possibilità di un dialogo. Puoi avere un dialogo con lei, puoi darle del "tu", e non sarà una cosa priva di significato, e puoi essere in uno stato tale per cui la preghiera nasce da sola, diventa possibile una comunione. Questo è ciò che la parola "Dio" porta con sé.
L'esistenza non è come una pietra senza vita, è un fiore pieno di vita. Ti risponderà. Se l'ami, ti inonderà d'amore; se le vai incontro, ti verrà incontro. Se la cerchi, ti cercherà; l'esistenza non è indifferente. Se sei innamorato dell'esistenza, ti amerà a sua volta. Questo è ciò che vogliamo dire quando definiamo "divina" l'esistenza, o quando diciamo che Dio esiste. Ricorda: è una forma poetica per esprimere la verità. Non è un fatto. E' poesia, è un idillio. E la religione è un idillio con l'esistenza.
Certo, è più simile a una storia d'amore che a una discussione il cui fine è trarre una conclusione. Per questo Kabir dice che Dio è sia dentro sia fuori di te, ma il viaggio deve iniziare dall'interno. Finché non hai conosciuto Dio dentro di te, non riuscirai a comprenderlo all'esterno. Se non l'hai visto dentro te stesso, non riuscirai a vederlo negli alberi, negli uccelle, nelle stelle. Come puoi vederlo in un albero, in una pietra, se non sei riuscito a percepirlo dentro di te? Il centro del tuo essere è la porta più vicino a Dio; se non sei riuscito a entrare lì, non riuscirai a entrare da nessun'altra parte.
Dio è sia dentro sia fuori di te, perché solo egli è, tuttavia il viaggio inizia dal tuo centro più intimo: innanzitutto devi guardare dentro di te. Se fin dall'inizio inizi a cercare Dio all'esterno, il tuo Dio non sarà altro che una fantasia, un'immagine falsa.
(Osho)
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"Gladius Lucis 
