Se ne dicon di parole... (Il linguaggio è dualista)

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Oliviero Angelo
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Se ne dicon di parole... (Il linguaggio è dualista)

Messaggioda Oliviero Angelo » 30/06/2011, 21:56


"...Il mondo e il divino non sono due cose distinte, due esistenze separate, ma due modi di guardare la stessa realtà, due approcci allo stesso oggetto; sono due punti di vista, due tipi di percezione: una è annebbiata dal desiderio, l'altra no. Se riesci a guardare in modo limpido, e i tuoi occhi non sono pieni di lacrime di frustrazione e di sogni di speranza, il mondo non esiste, c'è solo il divino. L'esistenza è divina. Questo è il significato di "Tantra". E quando il Tantra dice di trascendere entrambi, non si riferisce in particolare a questo o a quello, si riferisce solo alla trascendenza, quindi non esiste desiderio."

"E cos'è che va al di là di entrambi?



Questo non può essere detto, perché non appena dici qualcosa in merito, lo fai ricadere nella dualità. Qualunque cosa venga detta su Dio sarà falsa, semplicemente perché è stata detta.
Il linguaggio è dualista. Non esiste un linguaggio non-duale, è impossibile. Il linguaggio ha un significato solo grazie al dualismo. Se dico "luce", immediatamente nella tua mente spunta la parola "oscurità" o "nero". Se dico "giorno", immediatamente pensi a "notte". Dico "amore" e subito sotto è nascosto "odio". Se dico "luce" e l'oscurità non esiste, come potresti definirla?
Siamo in grado di definire le parole solo grazie ai loro termini opposti. Se dico "luce" e me ne chiedi il significato, risponderò: "Ciò che non è buio". Se qualcuno ti chiede cos'è la mente, rispondi: "Ciò che non è il corpo". Se qualcuno chiede cos'è il corpo, devi rispondere: "Ciò che non è la mente." Tutti i termini sono circolari, quindi fondamentalmente privi di significato, perché non sai nulla della mente e del corpo. Quando ti chiedo cos'è la mente, la definisci attraverso il corpo, ma quest'ultimo resta indefinito. Quando ti chiedo cos'è il corpo, lo definiosci attraverso la mente, che a sua volta è indefinita.
Come gioco va bene. Il linguaggio va bene se è un gioco. Ma non ci rendiamo mai conto che l'intera faccenda è assurda, un circolo vizioso: se nulla è definito, come puoi definire qualcosa? Quando ti chiedo cos'è la mente, tiri in ballo il corpo... ma il corpo è indefinito. Grazie a un termine indefinito, definisci la mente. E quando ti chiedo: "Cosa intendi con corpo?", devi definirlo tramite la mente. Questo è assurdo, ma è impossibile fare diversamente.
Il linguaggio esiste grazie all'opposto, quindi il linguaggio è dualista. Non può essere altrimenti. Quindi, nulla può essere detto dell'esperienza non-duale. Qualunque cosa venga detta sarà sbagliata. E' possibile fare degli accenni, usare dei simboli, ma il silenzio è la cosa migliore. Ciò che si può dire al riguardo è il silenzio. Ogni altra cosa può essere definita, se ne può parlare... ma non l'Assoluto. Puoi conoscerlo, assaporarlo, "esserlo", ma niente può essre detto al riguardo. Possiamo dire qualcosa solo per negazione. Non siamo in grado di dire cosa sia, possiamo solo dire cosa "non è".
L'intera tradizione mistica usa per esso semplicemente dei termini negativi. Se chiedi cos'è l'Assoluto, i mistici ti risponderanno: "L'Assoluto non è né questo né quello. Non è né la vita né la morte, né la luce né l'oscurità. Non si trova né vicino né lontano. Non è né "io" né "tu". Si esprimeranno in questo modo, anche se non ha senso.
Abbandona il desiderio, e ti ritroverai faccia a faccia con l'Assoluto. E l'esperienza è così profonda e individuale - non verbale e non linguistica - che anche quando arrivi a conoscere l'Assoluto, non riesci a dire nulla al riguardo. Diventerai silenzioso. O, al massimo, puoi dire la stessa cosa che sto dicendo io: "Non è possibile dire nulla al riguardo."
Allora, a che pro parlare tanto? Perché continuo a parlarti, se non si può dire nulla? Solo per portarti a quel punto in cui non si può dire nulla, per spingerti nell'abisso da cui puoi spiccare un balzo fuori dal linguaggio. Fino a quel punto il linguaggio può essere utile, ma non appena hai fatto il salto, sei oltre il linguaggio, nel silenzio.
Attraverso il linguaggio posso portarti sino alla fine stessa del mondo, ma non posso farti avanzare di un solo millimetro all'interno del divino. Tuttavia, portarti a questo estremo sarà utile, perché allora potrai vedere con i tuoi occhi questo abisso di beatitudine che si estende dall'altra parte. E quell' "altra parte" ti chiamerà, quell'altrove ti attirerà, si trasformerà in un magnete, in una forza d'attrazione. A quel punto ti sarà impossibile tornare indietro, ritirarti. L'abisso è così affascinante - l'abisso del silenzio - che prima che tu
te ne accorga, ti sarai tuffato in esso.
Ecco perché continuo a parlare, pur sapendo che tutto ciò che sto dicendo non ti aiuterà a conoscere l'Assoluto. Però ti aiuterà a fare il salto. E' metodologico. Sembra contradditorio, paradossale, affermare che tutte le parole che sto dicendo, o che hanno detto i mistici, servono solo a portarti nel tempio del silenzio, a costringerti, a richiamarti al silenzio. Sembra paradossale. Allora, perché usare il linguaggio? Posso usare anche il silenzio, ma non capiresti.
Visto che devo parlare a persone folli, devo usare un linguaggio folle. E' a causa tua che sto usando il linguaggio. Non perché esso possa esprimere qualcosa, ma perché può distruggere il tuo chiacchiericcio interiore. E' come se avessi una spina nel piede: un'altra spina può estrarla. Anche la seconda è una spina, certo... ma la tua mente è piena di parole, trabocca di spine. Ciò che sto cercando di fare è estrarre da te quelle parole, anche se quelle usate da me sono parole. Sei pieno di veleno; ciò che ti sto dando è un'altra dose di veleno, ma come antidoto: è anch'esso un veleno, ma una spina può tirarne fuori un'altra. Poi possono essere gettate via entrambe.
Quando ti avrò portato con le parole fino al punto in cui sarai pronto a essere silenzioso, butta via tutto ciò che ti ho detto: è inutile, persino pericoloso portarlo con sé.Quando sei arrivato a comprendere che il linguaggio è inutile e pericoloso, che la verbalizzazionee interiore è la sola barriera, quando sei pronto a essere silenzioso, ricorda bene: non portare con te ciò che ti ho detto. Infatti, la verità non può essere detta e tutto ciò che può essere detto non può essere vero. Liberati da quel peso.

(...)

Quando una spina ne ha eliminata un'altra, gettale tutte e due. Quando ti avrò reso pronto a entrare nel silenzio, guardati da me. A quel punto qualunque cosa io abbia detto va gettata via: è spazzatura. Ha un'utilità fino a quando sei pronto a spiccare il salto nel silenzio. Nulla può essere detto su ciò che trascende entrambe. Questo è tutto ciò che è possibile affermare... e, in realtà, anche questo è ancora troppo. Se riesci a comprendere, questa è un'indicazione sufficiente.
Sto dicendo questo: se la tua mente diventa totalmente priva di parole, conoscerai l'Assoluto. Quando non sei appesantito dai pensieri, lo conoscerai, perché è già presente. Non è qualcosa che accadrà, è già successo dentro di te. Tu non sei altro che una sua espressione, ma sei così assorbito, ti lasci così coinvolgere dai pensieri, dalle nuvole, che la chiave ti sfugge. Sei troppo concentrato sulle nuvole: hai dimenticato il cielo; lascia che le nuvole si disperdano, e scoprirai che il cielo è sempre stato là, in tua attesa. Il trascendente ti sta aspettando. Abbandona la dualità e lo avrai trovato.


(da: "I segreti della gioia", Osho)






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Se ne dicon di parole... (Il linguaggio è dualista)

Messaggioda Guerriero Blu » 30/06/2011, 22:37

grazie Olly bellissimo spunto, loro lo dicono cantando.......

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Se ne dicon di parole... (Il linguaggio è dualista)

Messaggioda shanti » 05/07/2011, 13:42

Grazie, il cielo è sempre qui, ed è sempre più blu...

Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti


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