Messaggioda shanti » 26/12/2009, 23:36
Aggiungo questo, dal blog di Forgione:
Si tratta di qualcosa di molto simile al Colibrì di Nazca. Il Colibrì, rappresenta la velocità, quindi come Horus, è il Mercurio, e dunque esprime l'archetipo del Messaggero Degli Dei.

È inoltre espressione di colui che si ciba del nettare della sua anima (il fiore) come fa anche un altro simbolo solare e regale, l'ape, apparsa nel fenomeno il 7 luglio del 1994. È un uccello solitario, quindi esprime anche l'individualità della ricerca interiore, che è esclusivamente personale nelle modalità e nei risultati. Nelle culture andine il Colibrì rappresenta il concetto principe che i creatori del fenomeno hanno, a mio modo di vedere, voluto rappresentare con la sua immagine, vale a dire la RESURREZIONE e l'apertura definitiva del 4° chakra nell'uomo e planetario, il chakra del cuore. Questi nelle fredde notti sembra morire per risorgere all'alba successiva. Dunque, ancora un messaggio di rinascita, non dissimile dalla comunicazione che
"l'esecutivo" di questo fenomeno sta portando avanti da 30 anni.
Un'ultima annotazione: in inglese Colibrì si dice HUMMINGBIRD (da "Hum", suono vibrante, ronzio), perché questo piccolo uccello fa vibrare così forte le sue ali (ecco il Mercurio, il dio veloce dalle ali ai piedi e alla testa) da emettere un suono vibrante, come le api o come il suono alla base della creazione. Per questo "HUM" è analogo al mantra "OM" o all'occidentale "AUM". Dunque è anche espressione del Logos, quindi del Verbo Messaggero. Dimenticavo.....secondo le dottrine degli antichi Maya, infatti, il colibri appartiene già di diritto alla prossima epoca, quella del quinto mondo.e, a questo punto, aggiungo anche questo:
Quel giorno in cui il più piccolo tra gli uccelli insegnò agli altri animali che: “Insieme si può…”
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.
Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo.
Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il
colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.
La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in
giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.
Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.
Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.
A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera
calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.
Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.
Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.
INSIEME SI PUO', INSIEME POSSIAMO!!!!
NON IMPORTA SE SIAMO PICCOLI, SE PENSIAMO CHE IL NOSTRO CONTRIBUTO SIA UNA PICCOLA GOCCIA NELL'OCEANO, FACCIAMOLO, E' TEMPO DI ESSERE PIENAMENTE CIò CHE SIAMO, DI PORTARE LA NOSTRA PICCOLA GOCCIA!
shanti
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Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti