Cosa sono i cerchi delle fate? Si tratta di un fenomeno naturale causato da una comunità di funghetti bianchi della specie “Marasmius Oreades”. Questi funghi crescono disponendosi in cerchio e allungando le ife (una specie di “radici”) in direzione del centro. L’effetto finale è la formazione di due anelli concentrici di colore verde scuro, separati da una striscia di erba secca, sotto la quale è presente una fitta rete di ife fungine, che raggiungono anche i 40 cm di profondità; sono quest'ultime la causa dell'erba morta, in quanto impediscono l'approvvigionamento di sostanze nutritive e acqua.La scienza moderna ha dimostrato che spesso questi cerchi sono antichissimi e alcuni hanno più di 600 anni! Secondo la tradizione si tratterebbe dei cerchi nei quali le fate e gli elfi si divertono a danzare per tutta la notte. È per questo che l’erba appare come “consumata”: per il lungo calpestìo dei piedini fatati! Occorre davvero molto tempo, secoli, perché un cerchio si formi nella radura di un bosco, ma nel Regno delle Fate il tempo trascorre in modo molto diverso di quanto accade da noi, perciò quella che per le Fate è stata una sola notte di danze sfrenate diventa un tempo lungo cent’anni ai nostri occhi!
[center]


Le creature fatate cantano molto, anche se di rado in coro; nei tempi più antichi le loro canzoni si udivano più di frequente di quanto non accada ai giorni nostri.
Quando sono di buon umore, questi esseri acconsentono a volte che un umano assista ai loro festeggiamenti, ma se questi dice qualcosa la scena svanisce di colpo.
Benchè umani ed esseri fatati vivano gli uin accanto agli altri, è generalmente impossibile per i mortali vedere i loro vicini incantati. Nella maggior parte dei casi, anche i contadini celtici portavano avanti le loro attività quotidiane ignari del mondo fatato, industrioso ma invisibile, che esisteva intorno a loro.
Era tuttavia possibile intravedere questo mondo, ma solo col permesso del popolo fatato. A volte concedevano a singoli individui la vista diretta del loro regno semplicemente attraverso un contatto personale; permettevano ad un umano di trovare un quadrifoglio, che rendeva possibile vedere quell'altra dimensione.
Per i popoli celtici, le creature fatate erano onnipotenti ed erano ovunque. Man mano che il cristianesimo iniziò a diffondersi lentamente in occidente, ci si incominciò ad interrogare riguardo cosa fossero realmente questi esseri, in particolare in Irlanda in cui la fede in fate e folletti era molto forte. Gli insegnamenti della Chiesa tendevano verso l'idea che le creature fatate fossero servi del nemico dell'uomo e che il loro scopo ultimo fosse quello di far deviare il Popolo di Dio verso il peccato. Interagire con loro era proibito. Eppure, le ipotesi riguardo la loro vera natura continuarono: ci si chiedeva se fossero destinati ad andare in Paradiso. Vi erano storie, ad esempio, che narravano di creature fatate che in determinati periodi dell'anno scortavano le anime di defunti fino alle Porte del Paradiso, che esse però non potevano varcare. Alcuni affermavano invece che gli esseri fatati fossero in realtà angeli caduti, scacciati dal Paradiso durante la ribellione di Lucifero, non abbastanza buoni da rimanere, ma non abbastanza malvagi da essere condannati all'inferno, quindi incapaci di far ritorno al loro luogo d'origine.
Ecco la descrizione di una cantastorie di Limerick:
"Su un bel prato verde, presso la riva del fiume, i piccoletti danzavano in cerchio più allegri che mai, con i loro cappellini rossi che si agitavano ad ogni loro saltello alla luce lunare.; e i loro saltelli erano così leggiadri che le gocce di rugiada, pur tremando sotto i loro piedi, rimanevano indisturbate dalle loro capriole. Così andarono avanti con i loro giochi, facendo girotondi e piroettando e facendo inchini e tuffandosi e assumendo tutte le possibili figurazioni. Appena si accorsero che dal viottolo proveniva la voce di un umano come me, sgattaiolarono via più veloci che poterono, nascondendosi sotto le foglie verdi della digitale, dove se i loro cappellini rossi fossero pur'anche spuntati fuori, sarebbero sembrati solo le campanelle cremisi di quella pianta; altri si nascosero all'ombra delle pietre e dei cespugli di rovo, e altri ancora sotto la sponda del fiume, e in buchi e pertugi di un genere o di un altro."
Pare che possiedano uno spirito intelligente e un corpo leggero e mutevole, simile alla natura condensata di una nuvola e meglio visibile al crepuscolo. Alcuni hanno un corpo così spugnoso e sottile e puro da potersi nutrire anche solo succhiando liquori delicati, che penetrano come l'aria pura o come un olio; altri si cibano in modo più grossolano della parte nutritiva del grano e dei liquidi.
I loro corpo vengono a volte trasportati in alto, oppure entrano in fessure o crepe della terra dove l'aria resce ad intrufolarsi, fino a ragiungere le loro dimore abituali.
Essi cambiano dimora all'inizio di ogni trimestre, poichè non sono assolutamente capaci di rimanere fissi in un solo posto e si sentono più felici viaggiando e trovando nuovi luoghi in cui abitare. I loro corpi mutevoli nuotano nell'aria non lontani dal suolo trasportando ogni genere di bagaglio; in questi momenti di cambio di stagione i veggenti, cioè uomini dotati della seconda vista li possono intravedere distintamente.
Si sostiene che le loro dimore siano grandi e belle, invisibili all'occhio comune, illuminate da torce, luci e fuochi.
"Si credeva che Rachland, fosse un'isola incantata che si trovava al largo della costa nordoccidentale della Scozia. La si riteneva abitata dalle creature fatate oppure dai discendenti dei vichinghi, e compariva davanti agli occhi dei mortali una volta ogni sette anni, anche se i puri di cuore potevano scorgerla in ogni momento."