ma va là che non ti servono, penso che tu abbia cuore e saggezza dentro di te e una grande dote, anzi due, semplicità e capacità di osservazione. Un bacio

grazie Kali.
si fa tesoro dei racconti familiari, quando esiste il piacere di ascoltarli, io penso che come ti dici gli avvenimenti si ripresentano perché anche le nuove generazoni sono chiamate a vivere quelli che in definitiva sono gli stessi problemi, non perché ci sia una linea genetica ma perché esistono sempre gli stessi problemi, come dire, esempio, l'indipendenza economica esiste da che mondo è mondo, ora come cento anni fa, cento anni fa per risolverla si sposava un uomo più anziano, oppure si combinavano matrimoni in modo che il patrimonio rimanesse legato alla casata, questo è solo un esmpio. Lo stesso si ripresenta venti anni dopo, certo con modalità differenti, e magari la scelta può essere la stessa, ma questo non dipende da fattori genetici, ne da cose da risolvere che vengono prese dal passato e buttate addosso al presente per essere liberate, , quanto da ambiente familiare, dalla etica da quanto altro fa parte e rappresenta l'educazione ricevuta, dal grado di ricezione interno, da centomila altre cose che sono il bagaglio , il cui contenuto viene usato soggettivamente da ciascuno e porta a volte a risultati simili.
Il libero arbitrio ci permette di dire no, di dire basta e stravolgere in ogni istante il cammino . Se solo lo vogliamo veramente, rendendoci liberi da ogni vincolo.

bhè forse sono io ora che sono andata fuori tema, eh, due donne e una tecia fanno mercato un abbraccione a tutti.

Grazie per la tua condivisione,

....se me le ricordo tutte, mi son venute tre cose da dire: ascoltare (e conoscere) la propria storia non deve essere necessariamente un piacere, può esserlo e ben venga, ma anche no. Ma deve essere benvenuto lo stesso. Ascoltare e conoscere è necessario, e sapere da dove si proviene è molto utile...credo che l'amore per la verità debba essere più grande della paura :); mi sono un po' persa nell'esempio che hai fatto, però in due parole (eheh almeno ci provo) credo che quello che si deve cercare sia il "denominatore comune" di certe esperienze ricorrenti, la causa, l elemento scatenante più che la sua forma, il modo in cui si manifesta, il succo del nodo da sciogliere. Tipo, dell'esempio che hai fatto tu mi vien da pensare al rapporto materia-spirito, o al concetto di attaccamento, per dire. Insomma dipende da "come" viene vissuto il nodo, quale corda va a toccare; la stessa identica cosa per te e per un altro può avere un'origine diversa pur manifestandosi nella stessa forma. E poi, la terza cosa, 'sa è una tecia ?????

eh, shanti, ma se non mi accorgo di qualcosa come faccio ad accorgermene :) o aspetto di impararle, o permetto ad altri occhi e cuori di guardarmi e dirmele; e le scelgo tutte e due :)!!

ha ha ha, aramaico della bassa, na tecia è una pignata larga e col manico.....spesso in terracotta.

Kali hai descritto benissimo, penso tu abbia il bellissimo dono di usare le Giuste parole.
E sei la seconda persona in cui lo riconosco, consideralo un complimento

devi sapere che la nostra drago ha un linguaggio tutto suo , un misto di molte etnie e ogni tanto ci vuole il vocabolario.
In qualche modo, se sappiamo leggere i segnali, la vita ci dice mille cose (ecco che esce la mia deformazione sciamanica eh eh eh)
Ciao bella. Ciao befana aramaica.

bona, argomento chiuso, ai draghi piacendo.
evvivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Kali scrive:
"..mi son venute tre cose da dire: ascoltare (e conoscere) la propria storia non deve essere necessariamente un piacere, può esserlo e ben venga, ma anche no. Ma deve essere benvenuto lo stesso. Ascoltare e conoscere è necessario, e sapere da dove si proviene è molto utile...credo che l'amore per la verità debba essere più grande della paura :); mi sono un po' persa nell'esempio che hai fatto, però in due parole (eheh almeno ci provo) credo che quello che si deve cercare sia il "denominatore comune" di certe esperienze ricorrenti, la causa, l elemento scatenante più che la sua forma, il modo in cui si manifesta, il succo del nodo da sciogliere. Tipo, dell'esempio che hai fatto tu mi vien da pensare al rapporto materia-spirito, o al concetto di attaccamento, per dire. Insomma dipende da "come" viene vissuto il nodo, quale corda va a toccare; la stessa identica cosa per te e per un altro può avere un'origine diversa pur manifestandosi nella stessa forma"

Kali, condivido appieno...
Quando qualcuno mi fa da specchio nel quale riconosco la mia tematica, corro a lavorarci; quando ho difficoltà a vedere mi "connetto con l'Io Interiore" e chiedo una "risposta".... Arriva sempre!!! e da quando sono su un sentiero di ricerca interiore, è stato il mezzo "infallibile"...
Le paure di soffrire è bene superarle affrontandole e non eludendole...
Evviva anche questo forum che consente di scambiarci il nostro sentire...
a tutti in Città...

...ma che cosa bellissima mi hai detto, drago. grazie, dal cuore. E rubis...ho provato a rileggermi e mi sfuggono un paio di cosette della tua risposta, sono un po' tontolotta :) ora chiudo; e comunque non è nulla di che :) c è tempo.