Messaggioda Oliviero Angelo » 03/06/2011, 23:56
E' nella terza e quarta fase che creiamo le maschere delle nuove personalità che servono a proteggerci dalla sofferenza vissuta nel corso della seconda fase. Queste maschere sono cinque, e corrispondono a cinque grandi ferite fondamentali vissute dall'essere umano. I miei molti anni di osservazione mi hanno permesso di constatare che tutte le sofferenze dell'essere umano possono essere riassunte in queste cinque ferite, che vi espongo in ordine cronologico, ovvero nell'ordine in cui esse compaiono nel corso di una vita.
RIFIUTO
ABBANDONO
UMILIAZIONE
TRADIMENTO
INGIUSTIZIA
Quando subiamo o facciamo subire ad altri una di queste ferite, il nostro intero essere si sente tradito. Non siamo più fedeli al Dio interiore, alle necessità del nostro essere, giacché permettiamo che l'ego, con le sue credenze e le sue paure, prenda le redini della nostra vita. La creazione delle maschere è la conseguenza del fatto di voler nascondere a noi stessi e agli altri ciò che non abbiamo ancora voluto risolvere. Questi sotterfugi sono una forma di tradimento. Quali sono tali maschere? Eccole, insieme alle ferite che cercano di mascherare.
FERITE------MASCHERE:
RIFIUTO--------FUGGITIVO
ABBANDONO---DIPENDENTE
UMILIAZIONE--MASOCHISTA
TRADIMENTO--CONTROLLORE
INGIUSTIZIA--RIGIDO
Le ferite e le maschere verranno spiegate dettagliatamente nei capitoli seguenti; lo spessore della maschera sarà proporzionale al grado della ferita. Ogni maschera corrisponde a una tipologia di persona dotata di un carattere ben definito, in quanto avrà sviluppato numerose credenze che ne influenzeranno l'atteggiamento interiore e i comportamenti.
Più è profonda la ferita, più è frequente che tu ne soffra, il che ti costringerà a indossare più spesso la maschera.
Indossiamo la maschera soltanto quando vogliamo proteggerci. Per esempio, se una persona prova un senso di ingiustizia in seguito a un evento, o si giudica ingiusta, o ha paura di venire giudicata tale, indossa la maschera della rigidità, ovvero adotta il comportamento di una persona rigida.
Ecco un'immagine per illustrare meglio il modo in cui ferita e maschera sono collegate fra loro. La ferita interiore può essere paragonata a una ferita fisica che hai da tempo su una mano, una ferita che continui a ignorare, che hai trascurato di medicare. Hai preferito metterci sopra un cerotto per non vederla. Questo cerotto equivale a una maschera. Così facendo, hai pensato che potevi far finta di non essere ferito. Ma credi davvero che fosse la soluzione giusta? Certamente no. Tutti lo sappiamo benissimo, l'ego però non lo sa. E' uno dei suoi modi per giocarci un brutto tiro.
Torniamo all'esempio della ferita alla mano. Diciamo che ti fa molto male tutte le volte che qualcuno ti tocca la mano, sebbene sia protetta dal cerotto. Quando qualcuno prende la tua mano con amore, e tu gridi: "Ahi! Mi fai male!", ti puoi immaginare quanto l'altro resti sorpreso. Davvero voleva farti male? No: se senti dolore quando qualcuno ti tocca la mano è solo perché hai decio di trascurare la ferita. L'altro non è responsabile del dolore che provi.
Così vanno le cose per tutte le nostre ferite. In molte occasioni crediamo d'essere rifiutati, abbandonati, traditi, umiliati o trattati ingiustamente ma, in realtà, ogni volta che ci sentiamo feriti è entrato in campo l'ego, a cui piace credere che la colpa sia di qualcun altro. Nella vita, come sai, non esistono persone colpevoli, solo persone sofferenti. Oggi so per certo che più accusiamo (noi stessi o gli altri), più si ripeterà la stessa esperienza. L'accusa serve solo a rendere infelice l'essere umano, mentre quando guardiamo la sua parte sofferente e proviamo compassione, gli eventi, le situazioni e le persone cominciano a trasformarsi.
Le maschere che creiamo per proteggerci sono visibili nella nostra morfologia, nel nostro aspetto esteriore. Spesso mi chiedono se sia possibile rilevare la presenza delle cinque ferite già nei bambini piccoli. Personalmente ho l'occasione di osservare i miei sette nipotini che, mentre scrivo, vanno dai sette mesi ai nove anni. Per quasi tutti loro, già posso cominciare a vedere le ferite che si manifestano nell'aspetto fisico: se sono facilmente riscontrabili a quest'età vuol dire che si tratta di ferite profonde. In due dei miei tre figli ho invece osservato, sui corpi adulti, l'indicazione di ferite diverse da quelle che vedevo quand'erano bambini o adolescenti.
Il corpo è così intelligente da trovare sempre un mezzo per farci sapere che cosa ci resta da risolvere. In realtà è il nostro Dio interiore che se ne serve per parlare con noi.
Nei prossimi capitoli scoprirai come riconoscere le tue maschere e quelle altrui. Nell'ultimo parlerò dei comportamenti nuovi che vanno adottati per riuscire a guarire le ferite trascurate fin qui e smettere di soffrire. La trasformazione delle maschere che le nascondono avverrà allora in modo naturale.
E' inoltre importante non retare troppo legati alle parole usate per descrivere le ferite o le maschere. C'è chi può sentirsi rifiutato e soffrire di un senso di ingiustizia, un altro può sentirsi tradito, e vivere questo come un rifiuto, un altro ancora può essere abbandonato e sentirsi umiliato, e così via.
Quando avrai letto a descrizione di ogni ferita e delle sue caratteristiche, questo punto ti sarà più chiaro.
I cinque caratteri descritti nel libro possono assomigliare a quelli che si trovano in altri studi sulle tipologie umane; ogni studio però è diverso, e il mio non ha l'intenzione di sostituire o di abolire quelli che sono stati fatti in passato.
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Leggendo la descrizione di ciascuna ferita, del comportamento e dell'atteggiamento della maschera che ad essa è collegata, può accadere che tu ti riconosca ogni volta, perché il corpo fisico non mente. Tendo a sottolineare l'importanza di cogliere bene la descrizione del corpo fisico in quanto esso è il fedele riflesso di ciò che accade dentro di noi. E' molto più difficile riconoscerci attraverso il piano emozionale e mentale; ricordati che l'ego non vuole che noi scopriamo tutte le nostre credenze, perché è per mezzo di tali credenze che lo alimentiamo ed esso ci garantisce la sopravvivenza.
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E' possibil che tu reagisca e senta delle resistenze quando prendi coscienza che le persone che soffrono di una data ferita sono in fase reattiva nei confronti di uno dei loro genitori. Sappi che prima di arrivare a tale conclusione ho verificato l'ipotesi con migliaia di persone, e ho sempre avuto conferme. Ripeto, in queste pagine, quello che dico in ogni mio seminario: è il genitore con cui, da adolescente, avevamo l'impressione di andare più d'accordo quello con il quale abbiamo più faccende in sospeso. E' del tutto normale provare difficoltà nell'accettare di provare risentimento nei confronti del genitore che amiamo di più. La prima reazione davanti a questa constatazione di solito è il diniego, seguito dalla collera e in ultimo dalla disponibilità a far fronte alla realtà. E questo è l'inizio della guarigione.
La descrizione del comportamento e degli atteggiamenti legati alle varie ferite può sembrarti negativa. Riconoscendo una delle tue ferite, potrebbe dunque accadere che tu reagisca alla descrizione della maschera che ti sei creato per evitare la sofferenza. Questa resistenza è normalissima e umana. Concediti il tempo necessario. Ricordati che, come tutte le persone che ti circondano, quando agici in base alla maschera non sei te stesso. Non è forse rassicurante sapere che quando un comportamento ti disturba o non ti piace negli altri, la cosa indica che queste persone hanno semplicemente indossato una maschera per evitare di soffrire? Se lo terrai a mente, sarai più tollerante e ti sarà facile guardarle con amore.
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Quando scopri che lo fa per nascondere la propria vulnerabilità e la propria paura, la tua relazione con lui è diversa, perché sai che non è quello che vuole sembrare. Mantieni la calma e puoi addirittura vedere le sue buone qualità, invece di temerlo e di vedere soltanto i suoi difetti.
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Ecco, cari amici compagni di viaggio... questo è un'assaggio in sintesi del primo capitolo. Gli altri li trovo davvero interessanti, molto più di questo che è quasi introduttivo.
Per semplice curiosità e per muovere un minimo di riflessione, voglio, in chiusura, scrivervi solo alcuni concetti tra i molti evidenziati e che nel libro vengono ampiamente eviscerati per una nostra ottimale comprensione interiore.
- La ferita del rifiuto viene vissuta con il genitore dello stesso sesso
- Il genitore dello stesso sesso ha il ruolo di insegnarci ad amare, ad amarci, a dare amore. Il genitore del sesso opposto ci insegna a lasciarci amare e ricevere amore.
- Più la ferita da rifiuto è forte, più la persona attira a sé circostanze tali da venire rifiutata o da rifiutare qualcun altro
- Amare significa accettare l'altro, anche quando non lo si comprende
- Rimproveriamo agli altri tutto ciò che facciamo a noi stessi e che non vogliamo vedere.
- La ferita dell'abbandono viene dunque vissuta con il genitore di sesso opposto
- Finché continuiamo ad avercela con uno dei nostri genitori (anche inconsciamente), le relazioni con tutte le altre persone dello stesso sesso del genitore in questione saranno difficili
-Nasciamo avendo già deciso quali delle nostr ferite siamo venuti a risolvere, anche se dopo la nascita non ne siamo più coscienti
- La ferita da umiliazione, sebbene più spesso vissuta con la madre, può essere vissuta anche con il padre, quando è quest'ultimo ad esercitare il controllo
- E' importante ricordarsi che gli altri non possono mai farci sentire colpevoli, perché il senso di colpa può venire soltanto dall'interno
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomine Tuo da gloriam"Gladius Lucis