i Cinque Accordi

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Oliviero Angelo
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i Cinque Accordi

Messaggioda Oliviero Angelo » 02/09/2010, 23:27

PARTE PRIMA

I

IL POTERE DEI SIMBOLI
ALL'INIZIO
(E' tutto nel programma)


Dal momento stesso della vostra nascita, comunicate al mondo un messaggio. Che cos'è questo messaggio? Il messaggio siete voi, è quel bambino. E' la presenza di un angelo, un messaggero dell'infinito in un corpo umano. L'infinito, che è potere totale, crea un programma apposta per voi, e tutto ciò che vi serve per essere ciò che siete è già nel programma. Nascete, crescete, trovate un compagno o una compagna, invecchiate e alla fine ritornate all'infinito. Ogni cellula del vostro corpo è un universo. E' intelligente, completa e programmata per essere ciò che è, qualunque cosa sia.
Voi siete programmati per essere voi, chiunque siate, e per il programma è indifferente che cosa la vostra mente "pensa" che siate. Il programma non è nella mente che pensa. E' nel corpo, in quello che chiamiamo DNA, e all'inizio seguite istintivamente la sua saggezza. Da bambini sapete che cosa vi piace e che cosa non vi piace, quando vi piace e quando non vi piace. Andate verso quello che vi piace e cercate di evitare quello che non vi piace. Seguite i vostri istinti,e questi istinti vi spingono a essere felici, a gioire della vita, a giocare, ad amare, a soddisfare i vostri bisogni. Poi, che cosa accade?
Il vostro corpo si sviluppa, la vostra mente matura, e iniziate a usare dei simboli per trasmettere il vostro messaggio. Così come gli uccelli capiscono gli uccelli e i gatti capiscono i gatti, gli esseri umani capiscono gli esseri umani grazie a una simbologia. Se foste nati in un'isola deserta per comunicare un messaggio, anche se soltanto a voi stessie se foste vissuti lì da soli, potreste metterci dieci anni ma alla fine avreste dato un nome a tutto ciò che vedete e usereste quel linguaggio per comunicare un messaggio, anche se soltanto a voi stessi. Perché? E' facile capirlo, e il motivo non è che gli esseri umani sono intelligenti. Il motivo è che siamo programmati per creare un linguaggio, per inventare tutta una simbologia.
Come sappiamo, in tutto il mondo gli esseri umani parlano e scrivono migliaia di lingue diverse. Gli esseri umani hanno inventato una molteplicità di simboli per comunicare non solo con gli esseri umani, ma soprattutto con se stessi. I simboli possono essere suoni che emettiamo, movimenti che facciamo o segni grafici. Ci sono simboli per gli oggetti, per le idee, per la musica e per la matematica, ma il primo passo è l'introduzione di suoni, il che significa imparare a usare i simboli per parlare.
Gli esseri umani che sono venuti prima di noi hanno già dei nomi per tutto ciò che esiste e ci insegnano il siglificato dei suoni. Chiamano una cosa "tavola" e un'altra "sedia". Hanno anche dei nomi per cose che esistono solo nell'immaginazione, come le sirene e gli unicorni. Ogni parola che impariamo è un simbolo per qualcosa di reale o immaginario, e le parole da apprendere sono migliaia. Se osserviamo i bambini da uno a quattro anni, vediamo i loro sforzi per assimilare un'intera simbologia. E' uno sforzo che in genere non ricordiamo, perché la nostra mente non è ancora matura, ma con la ripetizione e la pratica alla fine impariamo a parlare.
Una volta imparato a parlare, gli esseri umani che si prendono cura di noi ci insegnano quello che sanno, il che significa che ci programmano attraverso le loro conoscenze. Gli esseri umani con cui viviamo hanno molte conoscenze, comprese le regole sociali, religiose e morali della loro cultura. Agganciano la nostra attenzione, ci trasmettono delle informazioni e ci insegnano a essere come loro. Impariamo a essere un uomo o una donna in base alle regole della società in cui siamo nati. Impariamo a comportarci in modo socialmente "giusto", a essere cioè un "buon" essere umano.
La realtà è che veniamo addomesticati esattamente come viene addomesticato un cane, un gatto o qualunque altro animale: attraverso un sistema di punizioni e ricompense. Ci dicono che siamo un "bravo bambino" o una "brava bambina" quando facciamo quello che vogliono gli adulti, e che siamo "cattivi" quando non facciamo quello che vogliono da noi. A volte ci puniscono anche se non siamo stati cattivi e altre volte ci ricompensano anche se non siamo stati buoni. Per paura di ricevere una punizione o per paura di non ricevere una ricompensa, iniziamo a cercare di compiacere gli altri. Cerchiamo di essere buoni, perché i cattivi non ricevono ricompense; anzi, vengono puniti.
Nell'addomesticamento umano ci vengono imposte tutte le regole e i valori della nostra famiglia e della nostra società. Non abbiamo la possibilità di scegliere le nostre credenze; ci viene detto a che cosa credere e a che cosa non credere. Le persone con cui viviamo ci trasmettono le loro opinioni: ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è bello e ciò che è brutto. Esattamente come in un computer, tutte queste informazioni vengono "scaricate" nella nostra testa. Siamo innocenti; "crediamo" a quello che i nostri genitori e gli altri adulti ci dicono; lo "accettiamo", e l'informazione viene immagazzinata nella nostra memoria. Tutto quello che impariamo entra nella nostra mente a causa di questo "accordo" e ci rimane sempre a causa di questo accordo, ma prima deve passare attraverso l'attenzione.
L'attenzione è molto importante negli esseri umani, perché è la funzione della mente che rende possibile concentrarci su un unico oggetto o un unico pensiero all'interno di un'enorme gamma di possibilità. Attraverso l'attenzione le informazioni vengono trasmesse dall'esterno all'interno e viceversa. L'attenzione è il canale che usiamo per mandare e ricevere messaggi tra esseri umani. E' come un ponte tra una mente e un'altra mente; creiamo questo ponte attraverso suoni, segni, simboli, contatti, attraverso qualunque cosa agganci la nostra attenzione.E' così che insegniamo ed è così che impariamo. Non possiamo insegnare nulla se non abbiamo l'attenzione dell'altro, e non possiamo imparare nulla se non prestiamo attenzione.
Attraverso l'attenzione, gli adulti ci insegnano a creare un'intera realtà nella nostra mente mediante l'uso di simboli. Dopo averci insegnato una simbologia attraverso i suoni, gli adulti ci insegnano l'algabeto e impariamo anche a scrivere la loro lingua. L'immaginazione inizia a svilupparsi, la curiosità si rafforza e cominciamo a fare domande. Chiediamo, chiediamo e continuiamo a chiedere: raccogliamo informazioni ovunque. Sappiamo di avere la padronanza di una lingua quando usiamo quei simboli per parlare mentalmente a noi stessi. E così impariamo a pensare. Prima, non pensavamo: mimavamo suoni e simboli per comunicare, e la vita era più semplice quando non attacavamo nessun significato e nessuna emozione ai simboli.

(CONTINUA...)
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Oliviero Angelo
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Messaggioda Oliviero Angelo » 02/09/2010, 23:28

Una volta dato significato ai simboli, iniziamo a usarli per dare un senso a utto ciò che ci accade nella vita. Usiamo i simboli per pensare a cose reali, per pensare a cose non reali ma che iniziamo a immaginare reali, ad esempio bello e brutto, magro e grasso, stupido e intelligente. Se fate attenzione, noterete che possiamo pensare solo nella lingua che conosciamo bene. Per anni ho parlato lo spagnolo, e ho avuto bisogno di molto tempo per padroneggiare abbastanza simboli inglesi da poter pensare in inglese. Padroneggiare una lingua non è facile, ma a un certo punto ci accorgiamo che stiamo pensando nei simboli che abbiamo imparato.
Quando andiamo a scuola, attorno ai cinque o sei anni, comprendiamo già il significato di concetti astratti come giusto e sbagliato, vincere e perdere, perfetto e imperfetto. A scuola continuiamo a imparare a leggere e scrivere i simboli che conosciamo già, e la lingua scritta ci mette in grado di accumulare altre conoscenze. Diamo significato a un numero sempre più grande di simboli e pensare non solo richiede sempre meno sforzo, ma diventa automatico.
I simboli che abbiamo imparato agganciano automaticamente la nostra attenzione. E' quello che già sappiamo che ci parla, e ascoltiamo quello che dice la nostra conoscenza. La chiamo la "voce della conoscenza", perché è la conoscenza che parla alla nostra testa. La sentiamo parlare con tante tonalità: sentiamo la voce di nostra madre, di nostro padre, dei nostri fratelli, delle nostre sorelle; e la voce non smette mai di parlare. La voce non è reale: è una nostra creazione. Ma noi "crediamo" che sia reale, perché le diamo vita attraverso la forza della nostra fede, il che significa che crediamo "senza nessun dubbio" a ciò che la voce ci dice. E' così che le opinioni degli esseri umani che ci circondano iniziano a impadronirsi della nostra mente.
Tutti hanno un'opinione su di noi e ci dicono che cosa siamo. Da bambini non sappiamo che cosa siamo. L'unico modo che abbiamo per vederci è attraverso uno specchio, e lo specchio sono gli altri. Nostra madre ci dice che cosa siamo e noi le crediamo. Forse è completamente diverso da quello che ci dice nostro padre, o che dicono i nostri fratelli e sorelle, ma noi siamo d'accordo anche con loro. Gli altri ci parlano del nostro aspetto, soprattutto quando siamo molto piccoli: "Oh, hai proprio gli occhi di tua madre e il naso di tuo nonno". Ascoltiamo tutte le opinioni dei nostri familiari, dei nostri insegnanti e dei nostri compagni di scuola più grandi. Vediamo la nostra immagine in tutti questi specchi, accettiamo che questo è ciò che siamo e, non appena lo accettiamo, quell'opinione diventa parte del nostro sistema di credenze. A poco a poco, tutte quelle opinioni modificano il nostro comportamento e nella nostra mente ci formiamo un'immagine di noi sulla base di quello che gli altri dicono: "Sono bello, sono brutto; sono intelligente, sono stupido; sono u vincente, sono un perdente; so fare questo, non so fare quello".
A un certo punto tutte le opinioni dei nostri genitori e dei nostri insegnanti, della religione e della società, ci fanno credere che dobbiamo essere in un certo modo per essere accettati. Ci dicono come "dobbiamo" essere, come "dobbiamo" apparire, come "dobbiamo" comportarci. Dobbiamo essere in "questo" modo e non dobbiamo essere in "quel" modo; e dato che non va bene come siamo, iniziamo a fingere di essere ciò che non siamo. La paura di essere rifiutati diventa la paura di non essere abbastanza bravi e ci mettiamo alla ricerca di qualcosa che chiamiamo "perfezione". In questa ricerca ci formiamo un'immagine della perfezione, del modo in cui vorremmo essere ma che sappiamo non ci appartiene, e iniziamo a giudicarci in base a questo. Non ci piacciamo e ci diciamo: "Guarda come sei stupido, come sei brutto! Guarda come sei grasso, basso, debole, ottuso!" Qui inizia la tragedia, perché adesso i simboli sono contro di noi. Non ci accorgiamo nemmeno di aver imparato i simboli del rifiuto di noi stessi.
Prim dell'addomesticamento non ci importa di ciò che siamo o di come appariamo. La nostra tendenza è esplorare, esprimere la nostra creatività, cercare il piacere e fuggire il dolore. Da bambini siamo liberi e selvaggi, andiamo in giro nudi senza vergogna o giudizio. Diciamo la verità perché viviamo nella verità. La nostra attenzione va al momento, non abbiamo paura del futuro e non abbiamo rimorsi per il passato. Dopo l'addomesticamento cerchiamo di andare bene agli altri, ma non andiamo più bene a noi stessi, perché non riusciamo a vivere all'altezza della nostra immagine di perfezione.
Tutte le normali tendenze umane vanno perdute nel processo di addomesticamento, e così iniziamo a cercare ciò che abbiamo perduto. Iniziamo a cercare la libertà, perché non siamo più liberi di essere ciò che siamo davvero; iniziamo a cercare la felicità, perché non siamo più felici; iniziamo a cercare la bellezza, perché non crediamo più di essere belli.
Cresciamo, e nell'adolescenza il nostro corpo è programmato per secernere delle sostanze che chiamiamo ormoni. Il nostro corpo non è più quello di un bambino e non ci va più bene il modo in cui vivevamo prima. Non vogliamo più che i genitori ci dicano che cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. Vogliamo la nostra libertà, vogliamo essere noi stessi, ma nello stesso tempo abbiamo paura di essere noi stessi. Gli altri ci dicono: " Non sei più un bambino", ma non siamo nemmeno adulti, ed è un periodo particolarmente difficile.Diventati adolescenti, non abbiamo più bisogno che qualcuno ci addomestichi: ormai abbiamo imparato a giudicarci, a punirci e a ricompensarci in base allo stesso sistema di credenze che ci è stato insegnato, a usare le stesse ricompense e le stesse punizioni. L'addomesticamento può essere più facile per le persone che vivono in alcune parti del mondo e più difficile per quelle che vivono in altre parti, ma in genere nessuno ha la possibilità di sfuggire all'addomesticamento. Nessuno.
Ma il corpo continua a maturare e tutto cambia ancora. Iniziamo di nuovo a cercare, ma ora quello che cerchiamo sempre di più è il nostro "sé". Cerchiamo l'amore, perché abbiamo imparato a credere che l'amore sia qualcosa di esterno a noi; cerchiamo la giustizia, perché non c'è giustizia nel sistema di credenze che ci è stato insegnato; cerchiamo la verità, perché crediamo solo alla conoscenza che è stata immagazzinata nella nostra mente. E ovviamente continuiamo a cercare la perfezione, perché ora siamo d'accordo con il resto dell'umanità sul fatto che "nessuno è perfetto".



(Seguirà: SIMBOLI E ACCORDI - L'arte degli esseri umani)
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Messaggioda Oliviero Angelo » 03/09/2010, 1:55

2


SIMBOLI E ACCORDI
(L'arte degli esseri umani)


Durante gli anni della nostra crescita prendiamo innumerevoli accordi con noi stessi, con la società e con le persone che ci circondano. Quelli più importanti, tuttavia, sono quelli che facciamo con noi stessi attraverso i simboli che abbiamo imparato. I simboli ci dicono ciò che crediamo su noi stessi, ci dicono cosa siamo e che cosa non siamo, che cosa è possibile e che cosa non lo è. La voce della conoscenza ci dice tutto ciò che sappiamo, ma chi ci dice se ciò che sappiamo è vero?
Andiamo alle elementari, alle superiori, all'università e acquisiamo un mucchio di conoscenze, ma che cosa sappiamo davvero? Conosciamo la verità? No, conosciamo una lingua, una simbologia, e questa simbologia è l'unica verità perché "siamo d'accordo", non perché è "davvero" la verità. Qualunque sia il luogo in cui siamo nati, qualunque sia la lingua che abbiamo imparato a parlare, scopriamo che quasi tutto ciò che sappiamo è un "accordo", a cominciare dai simboli che ci hanno insegnato.
Se nasciamo in Inghilterra, impariamo i simboli inglesi. Se nasciamo in Cina, impariamo i simboli cinesi. Ma, che abbiamo imparato l'inglse, il cinese, lo spagnolo, il tedesco, il russo o qualunque altra lingua, i simboli hanno valore solo perché vi attribuiamo valore e perché siamo d'accordo sul loro significato. Se non fossimo d'accordo, i simboli non avrebbero significato. Ad esempio la parola "albero" ha significato per quanti parlano la lingua in cui è presente questa parola, ma "albero" non significa niente a meno che non "crediamo" che significhi qualcosa, a meno che non abbiamo fatto un "accordo". Per voi ha lo stesso significato che ha per me; ed è così che possiamo capirci a vicenda. In questo momento capite quello che dico perché accettate il significato di ogni parola che è stata programmata nella vostra mente. Ciò però non significa che ci sia un accordo totale. Ognuno di noi dà un certo significato a ogni parola, ma non è esattamente lo stesso per tutti.
Se facciamo attenzione al modo in cui si creano le parole, scopriamo che il significato che attribuiamo a una parola non ha una ragione reale. Le creiamo, le costruiamo dal nulla. Sono gli esseri umani che inventano ogni suono, ogni lettera, ogni simbolo grafico. Sentiamo il suono A e diciamo: "Questo è il simbolo per quel certo suono". Disegniamo un simbolo per rappresentare un suono, associamo il simbolo al suono e gli diamo significato. Ogni parola, così, nella nostra mente ha un significato, ma non perché sia reale, non perché sia la verità. E' solo un accordo che prendiamo con noi stesi e con tutti quelli che imparano la stessa simbologia.
(...)
Se impariamo l'inglese e andiamo in Cina, sentiremo la gente parlare, ma non capiremo una parola. Niente ha senso per noi, perché non è la simbologia che abbiamo imparato. Molte cose ci sono sconosciute, è come trovarci in un altro mondo. Se visitiamo i loro luoghi di culto scopriamo che le loro credenze sono completamente diverse, i loro riti sono completamente diversi e le loro mitologie non hanno niente a che vedere con quello che abbiamo imparato noi. Un modo per comprendere la loro cultura è imparare i simboli che usano, cioè la loro lingua, ma imparare un nuovo modo di essere, una nuova religione o una nuova filosofia può creare un conflitto con quanto abbiamo imparato in precedenzaa. Le nuove credenze si scontrano con le vecchie, e può sorgere il dubbio: "Quali sono giuste e quali sbagliate? Quello che ho imparato prima è vero? E' vero quello che sto imparando adesso? Che cos'è la verità?".
La verità è che tutta la nostra conoscenza, al cento per cento, non è altro che simboli e parole inventate per capire quello che percepiamo e per esprimerlo. Ogni parola nella nostra mente e su questa pagina è solo un simbolo, ma ogni parola ha il potere della fede, perché "crediamo" senza il minimo dubbio al suo significato. Gli esseri umani creano un intero sistema di credenze fatto di simboli, creiamo tutta una costruzione di conoscenze. Poi usiamo ciò che conosciamo, che non sono altro che simboli, per giustificare ciò in cui crediamo, per spiegare prima a noi stessi e poi agli altri il modo in cui percepiamo noi stessi e l'intero universo.
Se siamo consapevoli di questo fatto è facile capire che tutte le varie mitologie, religioni e filosofie del mondo, tutte le diverse credenze e modi di pensare, non sono che accordi con noi stessi e con gli altri esseri umani. Sono una nostra creazione, ma sono veri? Tutto ciò che esiste è vero: la terra è vera, le stelle sono vere, l'intero universo è vero. Ma i simboli che utilizziamo per costruire ciò che sappiamo sono veri solo perché diciamo che lo sono.


(CONTINUA...)
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Messaggioda Oliviero Angelo » 03/09/2010, 1:57

Nella Bibbia c'è una bellissima storia che illustra il rapporto tra Dio e gli uomini. In questa storia, Dio e Adamo passeggiano per il mondo e Dio chiede ad Adamo che nome vuole dare alle cose. Una per una, Adamo dà un nome a tutte le cose che percepisce: "Chiamiamolo albero. Chiamiamolo uccello. Chiamiamolo fiore..." E Dio si dice d'accordo con Adamo. Questa storia parla della creazione dei simboli, della creazione dell'intero linguaggio e di come funziona in base a un accordo.
Sono le due facce della stessa medaglia. Potremmo dire che una faccia è la pura percezione, ciò che Adamo percepisce, e l'altra è il significato che Adamo dà a ciò che percepisce. C'è l'oggetto della percezione, che è la verità, e l'interpretazione della verità, che è solo un punto di vista. La verità è oggettiva e la chiamiamo scienza. Scienza e arte: la verità e la nostra interpretazione della verità. La reale verità è la creazione della vita, ed è una verità assoluta perché è vera per tutti. L'interpretazione della verità è una nostra creazione, ed è una verità relativa perché è vera solo perché c'è un accordo. Con questa consapevolezza iniziamo a comprendere la mente umana.
Tutti gli esseri umani sono programmati per percepire la verità, e per farlo non abbiamo bisogno del linguaggio. Ma per "esprimere" la verità abbiamo bisogno del linguaggio, e questa espressione è la nostra forma d'arte. Non è più la verità, perché le parole sono simboli e i simboli possono soltanto rappresentare o "simboleggiare" la verità. Ad esempio, vediamo un albero anche senza conoscere la parola "albero". Senza il simbolo, vediamo semplicemente un oggetto. L'oggetto è reale, è la verità, e noi la percepiamo. Quando la chiamiamo "albero" stiamo usando l'arte per esprimere un punto di vista. Usando ulteriori simboli possiamo descrivere l'albero: ogni sua foglia, ogni colore. Possiamo dire che è un grande albero, un alberello, un albero magnifico, un brutto albero: ma è la verità? No, l'albero è sempre lo stesso albero.
La nostra interpretazione dell'albero dipende dalla nostra reazione emotiva all'albero, e la nostra reazione emotiva dipende dai simboli che usiamo per ri-creare l'albero nella nostra mente. Come abbiamo visto, la nostra interpretazione dell'albero non è esattamente la verità. La nostra interpretazione è un "riflesso" della verità, e questo riflesso è ciò che chiamiamo "mente". La mente non è altro che una realtà virtuale. Non è reale. Reale è solo la verità. Vero è ciò che è vero per tuti. Invece, la realà virtuale è una nostra creazione personale; è la nostra arte, ed è "verità" solo per ognuno di noi.
Tutti gli esseri umani sono artisti, "tutti noi" lo siamo. Ogni simbolo, ogni parola, è una piccola opera d'arte. Dal mio punto di vista, grazie alla nostra programmazione il nostro capolavoro artistico è l'uso del linguaggio per creare un'intera realtà virtuale dentro la nostra mente. La realtà virtuale che creiamo può essere un riflesso preciso della verità o un riflesso completamente distorto. In entrambi i casi è arte. La nostra creazione può essere il nostro personale paradiso o il nostro personale inferno. Non importa: in entrambi i casi è arte. Ma ciò che possiamo fare con la consapevolezza di ciò che è vero e di ciò che è virtuale non ha limiti. La verità conduce alla padronanza di sé, a una vita facile; la distorsione della verità porta spesso ainutili conflitti e sofferenze. E' la consapevolezza che fa la differenza.
Gli esseri umani nascono con questa consapevolezza. Siamo nati per percepire la verità, ma accumuliamo conoscenza e impariamo a negare ciò che percepiamo. Pratichiamo la non consapevolezza, diventiamo maestri nel non essere consapevoli. Il mondo è pura magia, ma noi impariamo a usare la nostra magia contro noi stessi, contro la creazione, contro la nostra stessa specie. Essere consapevoli significa aprire gli occhi e vedere la verità. Quando vediamo la verità vediamo tuto così com'è, non come crediamo che sia o come vorremmo che fosse. La consapevolezza apre la porta a milioni di possibilità; e, se sappiamo di essere gli artisti della nostra vita, possiamo scegliere tra tutte queste possibilità.


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Messaggioda Oliviero Angelo » 03/09/2010, 2:00

Quello che sto condividendo con voi viene dalla mia pratica personale, che chiamo "saggezza tolteca". "Tolteco" è un termine nàhuatl per "artista". Dal mio punto di vista, essere un tolteco non ha niente a che vedere con una specifica filosofia o un preciso luogo geografico. Essere un tolteco significa essere un artista. Un tolteco è un artista dello spirito, e in quanto artisti amiamo la bellezza; quello che non è bello non ci piace. Diventando artisti sempre migliori, la nostrarealtà virtuale diventa un riflesso sempre migliore della verità, e con la nostra arte possiamo creare un capolavoro paradisiaco.
Migliaia di anni fa, i toltechi crearono tre forme di padronanza artistica: "la padronanza della consapevolezza"; la "padronanza della trasformazione" e la "padronanza dell'amore, dell'intenzione e della fede". Questa divisione è solo teorica, perché le tre padronanze sono una sola. La verità è una sola, e la verità è ciò di cui stiamo parlando. Queste tre forme di padronanza ci aiutano a uscire dalla sofferenza e a ritornare alla nostra vera natura, che è felicità, libertà e amore.
I toltechi sapevano che creiamo una realtà virtuale, consapevolmente oppure inconsapevolmente. Se lo facciamo con consapevolezza, godremo della nostra creazione. E, che facilitiamo la trasformazione o che facciamo resistenza, la nostra realtà virtuale si trasforma continuamente. Se pratichiamo l'arte della trasformazione, in breve saremo capaci di facilitare la trasformazione e invece di usare la magia contro di noi la useremo per esprimere felicità amore. Padroneggiando l'amore, l'intenzione e la fede, padroneggeremo il sogno della nostra vita; e quando queste tre maestrie saranno complete, ritroveremo la nostra divinità e diventeremo uno con Dio. Questa è la meta dei toltechi.
I toltechi non avevano a disposizione la nostra tecnologia, non conoscevano la realtà virtuale dei computer, ma sapevano padroneggiare la realtà virtuale della mente umana. La padronanza della mente umana richiede il totale controllo dell'attenzione, del modo in cui interpretiamo e reagiamo alle informazioni che percepiamo dentro e fuori di noi. I toltechi sapevano che ognuno di noi è simile a Dio, con la differenza che, invece di creare, noi ri-creiamo. Che cosa ri-creiamo? Quello che percepiamo. E questo diventa la mente umana.
Se comprendiamo che cos'è la mente umana e che cosa fa, possiamo iniziare a separare la realtà dalla realtà virtuale; o la pura percezione, che è la verità, dalla simbologia, che è arte. La padronanza di sé concerne solo la consapevolezza e inizia dalla consapevolezza di sé. Prima siate consapevoli di ciò che è reale, e poi di ciòò che è virtuale, cioè delle nostre credenze su ciò che è reale. Con questa consapevolezza sappiamo che possiamo cambiare ciò che è virtuale cambiando le nostre credenze. Indipendentemente da queste, ciò che è reale non può essere cambiato.


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Messaggioda shanti » 03/09/2010, 19:53



Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
Con la Luce di Michele nel cuore. shanti

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Messaggioda Oliviero Angelo » 05/09/2010, 13:36

3

LA STORIA DI VOI STESSI


Per migliaia di anni gli esseri umani hanno cercato di comprendere l'universo e la natura, soprattutto la natura "umana". E' molto interessante osservare gli esseri umani in azione in tutto il mondo, nei diversi luoghi e culture di questo bellissimo pianeta Terra. Gli esseri umani si sforzano di comprendere, ma in questo tentativo facciamo anche un mucchio di supposizioni. Essendo degli artisti, distorciamo la verità e creiamo le teorie più stupefacenti; creiamo intere filosofie e straordinarie religioni; creiamo storie e superstizioni su qualunque cosa, compresi noi stessi. E questo è il punto più interessante: noi "creiamo" tutto questo.
Gli esseri umani sono nati con un potere creativo e creano continuamente storie con le parole che hanno imparato. Tutti utilizziamo le parole per dare forma alle nostre opinioni, per esprimere il nostro punto di vista. Attorno a noi avvengono innumerevoli cose e, usando l'attenzione, abbiamo la capacità di unire tutti questi fatti in una storia. Noi creiamo la storia della nostra vita, la storia della nostra famiglia, la storia della nostra comunità, la storia del nostro paese, la storia dell'umanità, la storia del mondo intero. Ognuno di noi ha una storia che condivide, un messaggio che mandiamo a noi stessi e a tutto quello che ci circonda.
Siete stati programmati per inviare un messaggio, e la creazione di questo messaggio è la vostra arte più grande. Che cos'è questo messaggio? La vostra VITA. Con questo messaggio create prima la storia di voi stessi e poi una storia su tutto ciò che percepite. Create nella vostra mente un'intera realtà virtuale e vivete quella realtà. Quando pensate, pensate nella vostra lingua
; ripetete nella vostra mente tutti i simboli che per voi hanno un significato. Vi state mandando un messaggio, e questo messaggio è vero per voi perché credete che sia la verità.
La storia di voi stessi è tutto ciò che sapete di voi, e dicendo questo mi rivolgo a voi-conoscenza, a ciò che credete di essere, non a voi-esseri umani, a ciò che siete davvero. Come vedete, facciamo una distinzione tra voi e VOI, perché uno di voi è reale e l'altro non è reale. VOI, l'essere umano fisico, siete reali; voi siete la verità. VOI, la conoscenza, non siete reali: siete virtuali. Esistete soltanto in virtù degli accordi che avete fatto con voi stessi e con gli altri esseri umani attorno a voi. Voi-conoscenza provenite dai simboli che ascoltate nella testa, da tutte le opinioni delle persone che amate e delle persone che non amate, delle persone che conoscete e delle persone che non conoscerete mai.
Chi sta parlando nella vostra testa? Secondo la vostra supposizione, siete voi. Ma se siete voi a parlare, chi sta ascoltando? Voi, la conoscenza, siete la voce che parla nella vostra testa e che vi dice chi siete. VOI, l'essere umano, state ascoltando; ma VOI, l'essere umano, esistevate molto prima di avere la vostra conoscenza. Voi esistevate molto prima di comprendere tutti questi simboli, prima di imparare a parlare; e, come qualunque bambino che non ha ancora imparato a parlare, eravate assolutamente autentici. Non fingevate di essere ciò che non siete. Senza nemmeno saperlo, avevate assoluta fiducia in voi stessi; vi amavate totalmente. Prima di acquisire la conoscenza eravate completamente liberi di essere ciò che siete davvero, perché tutte le opinioni e le storie imparate dagli altri esseri umani non erano ancora nella vostra testa.
La vostra mente è piena di conoscenza, ma come la "usate"? Come usate la parola quando si tratta di descrivere voi stessi? Quando vi guardate allo specchio, vi piace quello che vedete oppure giudicate il vostro corpo e usate tutti quei simboli per raccontarvi delle menzogne? E' "realmente" vero che siete troppo alti o troppo bassi, troppo grassi o troppo magri? E' "realmente" vero che non siete belli? E' "realmente" vero che non siete perfetti esattamente così come siete?
Riuscite a vedere tutti i giudizi che avete su voi stessi? Qualunque giudizio è soltanto un'opinione, soltanto un punto di vista, ma quel punto di vista non esisteva quando siete nati. Tutto ciò che pensate di voi stessi, tutto ciò che credete di voi stessi, l'avete imparato. Avete imparato le opinioni di mamma, di papà, dei vostri fratelli e della società. Tutte quelle persone inviavano immagini di come dovrebbe essere un corpo, esprimevano opinioni su come siete, su come non siete, su come "dovreste" essere. Mandavano un messaggio e voi vi siete dichiarati d'accordo con quel messaggio. E ora pensate un mucchio di cose su di voi, ma sono la verità?
Sapete, il vero problema non è la conoscenza; il problema è credere a una "distorsione" della conoscenza che chiamiamo "menzogna". Che cos'è la verità e che cos'è la menzogna? Che cosìè reale e che cos'è virtuale? Riuscite a fare la differenza oppure credete alla voce nella vostra testa ogni volta che parla e distorce la verità, garantendevi che ciò a cui credete è il vero modo di essere delle cose? E' "realmente" vero che non siete un buon essere umano e che non lo sarete mai abbastanza? E' realmente vero che non meritate di essere felici? E' realmente vero che non siete degni d'amore?
Vi ricordate di quando un albero ha smesso di essere semplicemente un albero? Una volta imparato un linguaggio, interpretate l'albero e giudicate l'albero in accordo con tutto ciò che conoscete. E' allora che un albero diventa un albero magnifico, un brutto albero, un albero meraviglioso, un albero che fa paura. Con voi stessi avete fatto la stessa cosa. Vi interpretate e vi giudicate in base a ciò che sapete. E' qui che diventate un essere umano buono, un essere umano cattivo, un colpevole, un pazzo, debole, forte, bello o brutto. Voi siete ciò che credete di essere. Quindi, la prima domanda è: "Che cosa credete di essere?".
Con la consapevolezza vedrete tutto ciò a cui credete, e quindi il modo in cui vivete la vostra vita. La vostra vita è completamente dominata da sistemi di credenze che avete appreso. E' ciò a cui credete che sta creando la storia che state sperimentando, è ciò che credete che sta creando le emozioni che state provando. E potreste voler credere che siete VOI che ci credete, ma è completamente falso.Non siete VOI.
Il vero voi è speciale ed è al di là di tutto ciò che conoscete, perché il vero voi è la verità. Voi, l'essere umano, siete la verità. La vostra presenza fisica è reale. Non è reale ciò che pensate di voi stessi, e non è importante a meno che non vogliate creare una storia migliore su voi stessi. Verità o finzione: in entrambi i casi, la storia che state creando è un'opera d'arte. E' una storia meravigliosa, una bellissima storia, ma è soltanto una storia, e si avvicina alla verità tanto quanto lo permette l'uso dei simboli.
In quanto artisti, non c'è un modo giusto o sbagliato di creare la vostra opera d'arte: o c'è bellezza o non c'è bellezza, o c'è felicità o non c'è felicità. Se credete di essere un artista, tutto diventa di nuovo possibile. Le parole sono il vostro pennello e la vostra vita è la tela. Potete dipingere tutto quello che volete, potete persino copiare il dipinto di un altro; ma ciò che esprimete attraverso le pennellate è il modo in cui vedete voi stessi, il modo in cui vedete l'intera realtà. Quello che dipingete è la vostra vita, e com'è la vostra vita dipende dal modo in cui usate la parola. Se lo capite, capirete anche che la parola è un potente strumento creativo. Imparando a usare questo strumento con consapevolezza, potrete creare la storia con la parola. Quale storia? La storia della vostra vita, naturalmente. La storia di voi stessi.
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Oliviero Angelo
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i Cinque Accordi

Messaggioda Oliviero Angelo » 05/09/2010, 16:33

Il Primo Accordo
Sii impeccabile con la parola


Questo ci riporta al primo e più importante dei Quattro Accordi: Sii impeccabile con la parola. La parola è il vostro potere creativo, e questo potere si può usare in più di una direzione. Una direzione è l'impeccabilità, dove la parola crea una bellissima storia: il vostro paradiso personale sulla terra. L'altra direzione è il cattiv uso della parola, dove la parola distrugge ciò che avete attorno e crea il vostro inferno personale.
La parola, in quanto simbolo, possiede la magia e il potere della creazione perché può riprodurre un'immagine, un'idea, un sentimento o un'intera storia nella vostra immaginazione. E' sufficiente sentire la parola "cavallo" per riprodurre un intero mondo nella vostra mente. Questo è il potere di un simbolo. Ma può essere ancora più potente. Provate a dire "Dio Padre", e tutto un film prende vita nella vostra mente. Questa è la vostra magia, il vostro potere di creazione, e inizia da una parola.
Forse ora capite l'affermazione evangelica: "All'inizio era il Verbo, e il Verbo era con Dio, e il Verbo era Dio". Secondo molte religioni, all'inizio non esisteva niente e la prima cosa creata da Dio fu il messaggero, l'angelo che consegna i messaggi. Naturalmente capite la necessità di qualcosa che trasmetta informazioni da un punto a un altro punto. Ovviamente, dal nulla al nulla sembra un po' complicato, ma nello stesso tempo è molto semplice. All'inizio Dio creò la parola: è la "parola" il messaggero. Se quindi Dio creò la parola per trasmettere un messaggio, se la parola è un messaggero, è questo che siete: un messaggero, un angelo.
La parola esiste in virtù di una forza che chiamiamo VITA, INTENZIONE o DIO. La parola è la forza, l'intenzione, e per questo la nostra intenzione si manifesta attraverso la parola, qualunque sia la lingua che parliamo. La parola è importantissima nella creazione di qualunque cosa, perché il messaggero inizia a diffondere il messaggio e l'intera creazione appare dal nulla.
Ricordate Dio e Adamo che passeggiano assieme parlando? Dio crea la realtà e noi la ri-creiamo con la parola. La realtà virtuale creata da noi è u riflesso della realtà, la nostra interpretazione della realtà attraverso l'uso della parola. Niente può esistere senza la parola, perché la parola è lo strumento che usiamo per creare tutto ciò che conosciamo.
Se l'avete notato, ho cambiato tutti i simboli di proposito, in modo che possiate vedere che espressioni diverse significano la stessa cosa. I simboli possono cambiare, ma il significato è lo stesso in tutte le tradizioni del mondo. Se ascoltate l'INTENZIONE dietro i simboli, capirete quello che vogliono dire. L'impeccabilità della parola è così importante perché la parola siete voi, il messaggero. La parola è il messaggio ch comunicate non solo a tutti e a tutto ciò che vi circonda, ma il messaggio che comunicate a voi stessi.
Vi state narrando una storia, ma è la verità? Se usate la parola per creare una storia piena di giudizi contro di voi e di rifiuto di voi stessi, la state usando contro di voi e non siete impeccabili. Se foste impeccabili, non vi direste: " Sono vecchio. Sono brutto. Sono grasso. Non vado bene. Non sono abbastanza forte. Non combinerò mai niente nella vita". Non usereste la vostra conoscenza contro voi stessi., il che significa che la voce della vostra conoscenza non usa la parola per giudicarvi, colpevolizzarvi e punirvi. La mente accetta la storia che create, e se create giudizi create anche un conflitto interiore che diventa un incubo.
La vostra felicità è nelle vostre mani e dipende dal vostro uso della parola. Se siete arrabbiati e usate la parola per scagliare su un altro il vostro veleno emozionale, sembra che la stiate usando contro quella persona, mentre in realtà la state usando contro di voi. Questa azione produce una reazione simile, e quella persona sarà contro di voi. Se insultate qualcuno, per reazione potrebbe anche farvi male fisicamente. Se usate la parola per creare un conflitto in cui il vostro corpo rischia di venire coinvolto, è ovvio che l'avete usata contro di voi.
"Sii impeccabile con la parola" significa non usare mai il potere della parola contro voi stessi. Se siete impeccabili con la parola non tradirete mai voi stessi. Non userete mai la parola per dire male di voi o per spargere veleno emozionale dicendo male degli altri. La maldicenza è una forma di comunicazione molto diffusa nella società umana, e la impariamo per accordo. Da bambini sentiamo gli adulti parlar male di se stessi e degli altri, a volte di persone che nemmeno conoscono. Ma ora siete consapevoli che le vostre opinioni non sono la verità, sono solo un punto di vista.
Ricordate: voi siete i creatori della toria della vostra vita. Riuscite a immaginare la storia che creerete per voi stessi se usate la parola in modo impeccabile? Userete la parola in direzion della verità e dell'amore pervoi stessi. Userete la parola per trasmettere verità con ogni pensiero, ogni azione e ogni parola che utilizzerete per descrivere quello che siete, per raccontare la storia della vostra vita. Quale sarà il risultato? Una vita meravigliosamente bella. In altre parole, sarete felici.
Come vedete, l'impeccabilità della parola va molto più in profondità di quanto sembri. La parola è pura magia e con il primo accordo la vostra vita sarà piena di magia. Le vostre intenzioni e i vostri desideri si realizzeranno facilmente, perché non c'è più resistenza, non c'è più paura: c'è solo amore. Siete in pace e create una vita di libertà e appagamento in tutto ciò che fate. Quest'unico accordo è sufficiente per trasformare completamente la vostra vita nel vostro paradiso personale. Siate sempre consapevoli di come usate la parola, "siate impeccabili con la parola".
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Messaggioda Oliviero Angelo » 06/09/2010, 0:21

4


OGNI MENTE E' UN MONDO


Quando nasciamo, nella nostra mente non ci sono simboli; ma abbiamo un cervello e abbiamo occhi, e il nostro cervello cattura già immagini luminose. Percepiamo immediatamente la luce, ci diventa sempre più familiare, e la reazione del nostro cervello alla luce è un'infinita creazione di immagini nella nostra immaginazione, nella nostra mente. Stiamo "sognando". Per i toltechi, la vita intera è un sogno, perché il cervello è programmato per sognare ventiquattro ore su ventiquattro.
Quando il cervello è sveglio, c'è una struttura materiale che ci fa percepire le cose in modo lineare; quando dorme questa struttura non c'è, e il sogno ha la tendenza a cambiare continuamente. Anche da svegli abbiamo la tendenza a sognare a occhi aperti e anche questo sogno cambia continuamente. L'immaginazione è così potente che ci conduce in tanti posti diversi. Nella nostra immaginazione vediamo cose che altri non vedono, sentiamo cose che altri non sentono, oppure il contrario: dipende dal modo in cui stiamo sognando. L'immaginazione imprime movimento alle immagini che vediamo, ma le immagini esistono solo nella mente, nel sogno.
Luce, immagini, immaginazione, sogno ... Anche in questo momento state sognando, ed è molto facile verificarlo. Forse non avete mai notato che la vostra mente sogna continuamente, ma se usate per un attimo l'immaginazione capirete che cosa sto dicendo. Immaginate di guardare in uno specchio. Nello specchio c'è un intero mondo di oggetti, ma sapete benissimo che tutto quello che vedete è solo un riflesso di cose reali. Sembra reale, sembra la verità, ma non è reale e non è la verità. Se cercate di toccare gli oggetti nello specchio, toccherete soltanto la superficie dello specchio.
Quello che vedete nello specchio è solo un IMMAGINE della realtà, il che significa che è una realtà "virtuale": è un sogno. Ed è lo stesso tipo di sogno che gli esseri umani sognano quando il cervello è sveglio. Perché? Perché quello che vedete nello specchio è una copia della realtà, una copia che create attraverso le facoltà degli occhi e del cervello. Quello che create nella mente è un immagine del mondo che indica il modo in cui la vostra mente percepisce la realtà. Nello specchio, un cane vedrà soltanto ciò che il suo cervello canino gli fa percepire della realtà. Un'aquila vedrà nello specchio quello che il suo cervello da aquila percepisce della realtà, che sarà molto diverso da quello che percepite voi.
Ora immaginate di guardare nei vostri occhi, invece che in uno specchio. I vostri occhi percepiscono la luce riflessa da migliaia di oggetti esterni. Il sole manda la sua luce sul mondo e tutti gli oggetti la riflettono. Miliardi di raggi luminosi vi colpiscono da tutte le direzioni, entrano nei vostri occhi e proiettano le immagini delle cose. Credete di stare guardando degli oggetti, ma l'unica cosa che vedete REALMENTE è la luce riflessa.
Tutto ciò che percepite è un riflesso del reale, esattamente come i riflessi nello specchio, salvo una differenza fondamentale: dietro lo specchio non c'è niente, mentre dietro i vostri occhi c'è un cervello che cerca di dare significato a tutto. Il cervello interpreta tutto ciò che percepite in base al significato che date a ogni simbolo, in base alla struttura della vostra lingua, in base a tutta la conoscenza che è stata riversata nella vostra mente. Tutto ciò che percepite viene filtrato dal vostro sistema globale di credenze. Il risultato dell'interpretazione di tutto ciò che percepite attraverso il vostro sistema di credenze è il vostro sogno personale. Così create un'intera realtà virtuale nella vostra mente.
Forse riuscite a vedere com'è facile per gli esseri umani distorcere quello che percepiscono. La luce riproduce un'immagine perfetta di una cosa reale, ma noi tutti la distorciamo creando una storia attraverso tutti i simboli e le opinioni che abbiamo appreso. Sogniamo attraverso la nostra immaginazione e, in base all'accordo che abbiamo fatto, pensiamo che il nostro sogno sia la verità: ma la verità è che il nostro sogno è solo una verità relativa, un RIFLESSO della verità distorto da tutta la conoscenza immagazzinata nella nostra memoria.
Molti maestri hanno detto che ogni mente è un mondo, ed è vero. Il mondo che crediamo di vedere al di fuori di noi è in realtà DENTRO di noi. Sono solo immagini della nostra immaginazione. E' un sogno. Il fatto che sogniamo continuamente è noto da secoli; non solo ai toltechi in Messico, ma in Grecia, a Roma, in India, in Egitto. In tutte le parti del mondo c'è stato qualcuno che ha detto: "La vita è un sogno". La domanda è: ne siamo consapevoli?
Se non siamo consapevoli che la nostra mente sogna continuamente, è facile accusare tutti e tutto delle cose negative del nostro sogno personale, di tutto ciò che ci fa soffrire. Ma quando diventiamo consapevoli di vivere in un sogno che noi stessi creiamo in quanto artisti, facciamo un grande passo nella nostra evoluzione, perché ora ci assumiamo la responsabilità della nostra creazione. Capire che la nostra mente sogna in continuazione ci fornisce la chiave per cambiare il nostro sogno, se non ci piace.
Chi sta sognando la storia della vostra vita? Voi. Se la vostra vita non vi piace, se non vi piace quello che pensate di voi stessi, gli unici che possono cambiare le cose siete voi. E' il vostro mondo, è il vostro sogno. Se il vostro sogno vi piace, magnifico: potete godervi ogni momento. Se il vostro sogno è un incubo, se ci sono dramma e sofferenza, e se la vostra creazione non vi piace, potete cambiarla. Nel mondo ci sono milioni di libri scritti da milioni di sognatori, ognuno con un punto di vista diverso. La vostra storia è interessante come ognuno di questi libri e ancora di più, perché la vostra storia cambia continuamente. Il modo in cui sognate a dieci anni è completamente diverso dal modo in ci sognate a quindici, venti, trenta o quaranta, o dal modo in cui state sognando in questo momento.
La storia che state sognando oggi non è la stessa storia che sognavate ieri o mezz'ora fa. Ogni volta che ne parlate, la vostra storia cambia in bae a quello che credete in quel momento. Anche se cercate di raccontare sempre la stessa storia, essa cambia in continuazione. A un certo punto vi accorgerete che tutto è la vostra storia. Non è la realtà: è una realtà virtuale. Non è nient'altro che un sogno. ED è un sogno condiviso, perché tutti gli esseri umani stanno sognando contemporaneamente. Il sogno condiviso dell'umanità, IL SOGNO DEL PIANETA, esisteva prima della vostra nascita, ed è per questo che avete imparato a crearee la vostra opera d'arte, la storia di voi stessi.


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Messaggioda Oliviero Angelo » 06/09/2010, 12:04

Il Secondo Accordo
Non prendere nulla in modo personale


Proviamo a usare il potere dell'immaginazione per creare un sogno assieme, sapendo che è un sogno. Immaginate di essere in un cinema con centinaia di sale. Guardate i titoli dei film e scoprite che ce n'è uno con il vostro nome. Che sorpresa! Entrate nella sala e vedete che c'è un unico spettatore. In silenzio, senza disturbare, vi sedete dietro quella persona, che non si accorge di voi: tutta la sua attenzione è sullo schermo.
Guardate e... un'altra sorpresa! Conoscete benissimo tutti i personaggi: vostra madre, vostro padre, i vostri fratelli e sorelle, le persone che vi sono care, i vostri figli, i vostri amici. E poi il personaggio principale: siete voi! Siete voi la star del film e il film è la vostra storia. Anche la persona seduta davanti a voi siete voi, e vi guarda recitare sullo schermo. Ovviamente il personaggio principale è esattamente come voi pensate di essere, e lo stesso pertutti gli altri personaggi, perché conoscete benissimo la vostra storia. Dopo un po' vi sentite oppressi da quello che state vedendo e decidete di cambiare film.
Anche in questa nuova sala c'è un'unica persona, una donna, e nemmeno lei si accorge di voi quando le sedete accanto. Iniziate a guardare il film e anche qui riconoscete tutti i personaggi, ma ora la vostra è una parte secondaria. Il film è la storia della vita di vostra madre, ed è lei che sta osservando lo schermo con tutta la sua attenzione. Di colpo capite che vostra madre non è lo stesso personaggio che compariva nel vostro film. Nel suo, si proietta in modo completamente diverso: nel modo in cui vuole che gli altri la percepiscano. Sapete che è solo una finzione: nel film, vostra madre sta recitando. Ma iniziate a capire che quello è il modo in cui si percepisce, ed è uno shock.
Poi notate che il personaggio con la votra faccia non è lo stesso che appariva nel vostro film. Vi dite: "Ah, quello non sono io", ma ora sapete in che modo vi percepisce vostra madre, che cosa pensa di voi e com'è diverso da quello che pensate voi. Poi osservate il personaggio di vostro padre, il modo in cui lo percepisce vostra madre, completamente diverso da come lo percepite voi. Vedete il modo in cui percepisce vostra moglie o vostro marito, e vi dà persino un po' fastidio: "Come si permette!". Vi alzate e uscite.
Nella sala successiva si proietta la storia di vostra moglie o di vostro marito. Vedete come vi percepisce, e qui il vostro personaggio è completamente diverso da quello del vostro film e del film di vostra madre. Vedete come vostro marito o vostra moglie percepisce i vostri figli, la vostra famiglia, i vostri amici. Vedete il modo in cui cerca di proiettare la sua immagine, che non corrisponde affatto alla percezione che ne avete voi. Ve ne andate e passate al film dei vostri figli. Guardate come i vostri figli vedono voi, il nonno, la nonna, e fate fatica a crederci. Poi passate ai film dei vostri fratelli e delle vostre sorelle, dei vostri amici, e notate come nei loro film tutti i personaggi sono distorti.
A questo punto decidete di tornare nella prima sala per guardare di nuovo il vostro film. Vi guardate agire sullo schermo, ma non credete più a quello che vedete; non credete più alla vostra storia, perché adesso sapete che è soltanto una storia. Capite che tutti i vostri sforzi non sono serviti a nulla, perché nessuno vi percepisce nel modo in cui volevate che vi percepissero. Vi accorgete che i drammi che si susseguono nel vostro film non sono nemmeno percepiti da tutte quelle persone. Vi diventa chiaro che l'attenzione di ogni persona è tutta concentrata sul proprio film. Non si sono nemmeno accorti della vostra presenza nella loro sala! Tutta l'attenzione degli attori va alla loro parte, e quella è la sola realtà che vivono. La loro attenzione è così agganciata alla loro stessa creazione che non si accorgono nemmeno della LORO presenza: la persona che sta guardando il loro film.
Allora tutto cambia ai vostri occhi. Niente è più uguale a prima, perché ora vedete la realtà: ogni persona vive nel suo mondo, nel suo film, nlla sua storia. Danno tutta la loro fede alla loro storia, e la loro storia per loro è la verità; ma è una verità relativa, perché non è la vostra. Vedete che tutte le opinioni che hanno su di voi riguardano il personaggio che agisce nei loro film, non nel vostro. La persona che giudicano è un personaggio di loro creazione. Qualunque cosa gli altri pensano di voi riguarda l'IMMAGINE che hanno di voi, ma questa immagine non siete voi.
A questo punto vi è chiaro che anche le persone che vi sono più care non vi conoscono realmente e non conoscono nemmeno se stesse. E che l'unica cosa che sapete di loro sono le vostre credenze su di loro, ma questa immagine non ha niente a che fare con le persone reali. Pensavate di conoscere i vostri genitori, vostra moglie o vostro marito, i vostri figli e i vostri amici, ma la verità è che non avete nessuna idea di ciò che avviene nel loro mondo, che cosa pensano, che cosa sentono, che cosa sognano. La cosa ancora più sorprendente è che pensavate di "conoscerv". Arrivate così alla conclusione che non conoscete nemmeno voi stessi, perché avete finto per così tanto tempo di essere ciò che non siete.
Attraverso questa consapevolezza capite come sia ridicolo dire: "La persona che amo non mi capisce. Nessuno mi capisce". E' ovvio che non vi capiscono: non vi capite nemmeno voi.
La vostra personalità cambia di momento in momento a seconda del ruolo che state ricoprendo, a seconda dei personaggi secondari della vostra storia, a seconda di ciò che sognate in quel momento. A casa avete una personalità, al lavoro ne avete una completamente diversa. Con le vostre amicizie maschili siete in un certo modo, con le vostre amicizie femminili in un altro. Ma per tutta la vita supponete che gli altri vi conoscano e, quando non si comportano secondo le vostre aspettative, la prendete sul personale, reagite con rabbia e usate la parola per creare drammi e conflitti inutili.
Ora vi è facile comprendere perché vi siano così tanti conflitti tra gli esseri umani. Il mondo è abitato da miliardi di sognatori che non sono consapevoli che gli altri vivono in un loro mondo, che sognano un loro sogno. Dal punto di vista del personaggio principale, che è il suo UNICO punto di vista, tutto riguarda lui. Quando i personaggi secondari dicono qualcosa che non si accorda con il suo punto di vista, reagisce con rabbia per difendere la sua posizione. I personaggi principali vogliono che quelli secondari siano come vogliono loro, e se non lo sono si sentono feriti. Prendono TUTTO in modo personale. Ma, attraverso questa consapevolezza, riuscite a vedere la soluzione, molto semplice e logica: NON PRENDERE NULLA IN MODO PERSONALE.
Ora il senso del secondo accordo è perfettamente chiaro. Questo accordo vi dona l'immunità nell'interazione con i personaggi secondari della vostra storia. Voi non avete niente a che fare con i punti di vista degli altri. Quando vedete che nulla di quello che gli altri fanno o dicono riguarda voi, non vi importa più se parlano male di voi, se vi accusano, se vi rifiutano, se non condividono il vostro punto di vista. Nessuna maldicenza vi tocca. Non vi date nemmeno la pena di difendere il vostro punto di vista. Lasciate che i cani abbaino, e abbaieranno di sicuro. E allora? Qualunque cosa dica la gente non vi tocca, perché siete invulnerabili alle loro opinioni e ai loro veleni emozionali. Siete inattaccabili dai predatori, dalle persone che vogliono usare gli altri per ferire se stesse.
"Non prendere nulla in modo personale" è un meraviglioso strumento di interazione tra essere umano ed esseri umani. Ed è un biglietto vincente per la libertà personale, perché non dovete più organizzare la vostra vita in base alle opinioni degli altri. Questo vi libera! Potete fare tutto ciò che volete, sapendo che tutto ciò che fate ha a che vedere soltanto con voi. L'unica persona che deve occuparsi della vostra storia siete voi. Questa consapevolezza cambia tutto. Ricordate che la consapevolezza della verità è il primo passo verso la padronanza di sé, ed è esattamente quello che state facendo: ricordarvi della verità.
Ora che conoscete questa verità,ora che siete consapevoli, come potreste prendere qualcosa in modo personale? Quando capite che tutti gli esseri umani vivono ognuno nel proprio mondo, nel proprio film, nel proprio sogno, il secondo accordo diventa un semplice fatto di buon senso: "non prendere nulla in modo personale".



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