(Terza domanda del 2° capitolo)
"La curiosità e una grande sete di conoscere l'eterno mi hanno portato nel tuo Resort. E' possibile che le persone curiose e sospettose non possono essere buoni ricercatori del Vero, non possono seguire un Maestro? Il consiglio che mi hai dato, di andarmene immediatamente, mi sembra piuttosto duro."
Primo: "curiosità" e "grande sete" non vanno mai insieme. La curiosità non è mai sete. E' infantile: semplicemente, desideri sapere. E'come un prurito: nulla di serio, nessun coinvolgimento, non sei disposto a pagare niente in cambio; sei curioso e basta. Per te non è una cosa seria, non è una sete profonda. Quando conoscerai ciò di cui sei curioso, la tua esistenza, il tuo essere, il tuo stile di vita non cambieranno. Vuoi conoscere, ma incidentalmente: è un interesse superficiale.
Molte persone vengono a chiedermi qualcosa. Qualcuno domanda: "Secondo te, Dio esiste o no?". Ebbene, già porre questa domanda vuol dire essere decisamente stupidi. La domanda è così vasta, così inesprimibile che, se sei realmente assetato, non riesci a verbalizzarla. Puoi piangere, singhiozzare, ma non verbalizzarla. La domanda è gigantesca, sconvolgente: come puoi pronunciarla? Il semplice esprimerla la rende profana, è un sacrilegio. La domanda è così sacra, così santa, che vibra in tutto il tuo essere, ma non riesci a formularla. Conosco anche quel tipo di persone. Vengono, cominciano a tremare e dicono: " Non sappiamo cosa dobbiamo chiedere". Talvolta una persona viene a chiedermi: "Osho, cosa dovrei chiedere?". Ebbene, la qualità di questa persona è totalmente diversa; non riesce nemmeno a formulare la sua domanda, perché la vita è troppo vasta: come puoi ridurla a una domanda? Se lo fai, sembri infantile. Domande e risposte esistono solo nelle scuole, non nella vita.Qualcuno arriva e chiede: "Dio esiste?". Si aspetta una risposta del tipo: "Si" oppure "No". A scuola, nelle università, ti è stato insegnato a rispondere a ogni cosa; non ti è mai stato insegnato a chiedere, ricorda, ma solo a rispondere. I fogli degli esami si riducono a una serie di domande: tu devi rispondere. Non ci si aspetta altro da te: la domanda non è importante, ciò che conta è la risposta.
"Dio esiste?"... E poi aspetti. Ovviamente, possono esserci solo due risposte: sì o no. Ma ha senso dire: "Sì, Dio esiste"? Risolverà forse qualcosa? Di certo hai già sentito quella risposta. Oppure, se ti viene risposto: "No, Dio non esiste", ti sarà forse d'aiuto? Hai già sentito anche quella risposta. Entrambe le risposte sono note. Cosa stai chiedendo? E' meglio restare in silenzio, palpitare. E' meglio piangere, singhiozzare, aprire il tuo cuore. La tua intensità, la tua sete, non saranno curiosità. La curiosità non esiste mai accanto a una grande sete.
Tu dici: "La curiosità e una grande sete di conoscere l'eterno mi hanno portato nel tuo Resort."
Non credo sia così. A condurti qui può essere stata la curiosità. E questa persona sta facendo domande sciocche; in dieci giorni, ne avrà fatte cento.
Una grande sete ridurrebbe tante domande a una sola. Se la tua sete è grande, tutte le domande diventeranno una sola: "Chi sono io?". A quel punto, tutto il rsto è irrilevante.
Una persona assetata non si preoccupa di Dio, dell'esistenza del paradiso o dell'inferno, delle vite passate, della teoria del Karma e della reincarnazione.
Il suo unico problema è: "Non so chi sono". Questa è la prima e ultima domanda: "Devo sapere chi sono. Se lo scoprirò, tutto il resto divnterà secondario e comunque potrò conoscerlo; ma se non conosco me stesso, a cosa serve conoscere qualsiasi altra cosa?".
Quando è presente la passione per la verità, hai una sola domanda: chi sono io? E nelle cento domande che quest'uomo ha posto, non ce n'è stata una sola in quel senso: non l'ha mai fatta! Egli è curioso, e parla di "conoscere l'eterno": è anche avido!
Non conosci te stesso e brami l'eterno. Questa è avidità, ego: desideriamo questo mondo e quell'altro. Vuoi avere soldi, un conto in banca più ricco, case più spaziose, macchine più potenti, e in più il paradiso, l'empireo, Dio. Devi tenere in pugno ogni cosa... Questa è avidità.
Devi conoscere chi sei, allora ti verrà rivelato l'eterno; non è afferrando l'eterno che conosci te stesso, niente affatto: non lo puoi afferrare, sei troppo piccolo.
Prova a pensarci: un uomo, un uomo del tutto accidentale, che pensa di afferrare l'eterno? Una semplice febbre potrebbe ucciderti: a trentasei gradi e mezzo stai bene; tre o quattro gradi sotto e sei morto, tre o quattro gradi sopra e non ci sei più. Non puoi vivere oltre i quarantuno gradi, e vuoi afferrare l'eterno?
Non puoi vivere senza respirare per pochi minuti - non più di otto - e vuoi afferrare l'eterno? Un corpo che sta già morendo... Sin dal momento in cui sei nato, il tuo corpo sta morendo. Settant'anni non sono nulla in questa processione senza tempo, in questa eternità. Un uomo che vivrà settant'anni vuole afferrare l'eternità? Una testa così piccola... Come puoi infilarci l'eternità? E' come se qualcuno stesse cercando di riversare tutto il mare in un cucchiaio.
Ho sentito di un grande filosofo... Dev'essere stato Aristotele. Un matino stava passeggiando su una spiaggia, quando vide una persona che sembrava impazzite: aveva scavato una buca e con un cucchiaino vi stava riversando l'acqua del mare. Faceva la spola tra la buca e il mare.
Aristotele lo vide e si chiese: "Cosa starà facendo?". Si avvicinò e glielo chiese.
L'altro rispose: "Ho deciso di svuotare l'intero oceano dentro questa buca". Aristotele disse: "Sei pazzo? Con questo cucchiaino? In questa piccola buca? Questo "enorme" oceano?".Quel folle cominciò a ridere, dicendo: "Io pensavo che tu fossi il pazzo. Ho sentito dire che vuoi afferrare la vita eterna. Con questa piccola testa? Chi è il pazzo?".
Quest'uomo dev'essere stato un grande veggente. Aristotele ne fu molto turbato, perché aveva ragione. La verità lascia sempre sconvolti.
Rispetto alla verità, non essere avido, perché arriva solo quando non lo sei.
E quando non sei avido, non sei piccolo: l'avidità ti rimpicciolisce; quando ogni avidità scompare, i tuoi confini si dissolvono. A quel punto, non sei una piccola buca di fianco all'oceano; è l'oceano a essere una piccola buca di fianco a te. La verità non è qualcosa che devi possedere, è qualcosa che deve possederti: le devi lasciare spazio.
Ma quest'uomo è molto istruito, e la conoscenza non lascia mai spazio alla verità. In tutte e cento le sue domande, ha fatto sfoggio del suo sapere: tutti i testi sacri che conosce, ogni cos che ha udito, tutto ciò che è stato condizionato dentro la testa...
"E' possibile che le persone curiose e sospettose non possano essere buoni ricercatori del Vero, non possano seguire un Maestro?"
No, una person curiosa, sospettosa, non può diventare un seguace. Essere un buon seguace è qualcosa di remoto perché, per seguire un maestro, devi avere fiducia.
Per addentrarti nell'ignoto con qualcuno, dovrai avere quanto meno un po' di fiducia. E quest'uomo non conosce la fiducia: è sospettoso ma non sa cosa sia la fiducia. Il dubbio non può condurti al viaggio interiore: va bene nella scienza, la scienza dipende dal dubbio. E' un metodo che vale per il mondo della scienza; se hai fiducia, non ti avvicinerai affatto alla scienza; dovrai essere scettico. La scienza è un metodo ostile, si basa sull'antagonismo.
La religione, il misticismo, sono totalmente diversi, diametralmente opposti. In essi, il metodo è la fiducia, non il dubbio. Se hai fiducia in me, ti puoi accompagnare a me. Non c'è altra via.
Infine, chi ha posto la domanda dice: "Il consiglio che mi hai dato, di andarmene immediatamente, mi sembra piuttosto duro."
Duro? Duro, dici? Allora non sai nulla dei Maestri. Non è duro! E' molto cortese... Hai mai sentito parlare dei Maestri Zen? Se avesi fatto la stessa domanda a un Maestro Zen, ti sarebbe saltato addosso; te le avrebbe date di santa ragione e alla fine ti avrebbe cacciato dal suo ashram. Un giorno lo farò io. Aspetta... Aspetta, abbi un po' più di fiducia in me e vedrai.
Duro, dici? Non è duro. E' pura compassione nei tuoi confronti.
Ne hai bisogno, te lo meriti... Perché una persona istruita ha bisogno di shock, di elettroshock. Io non sono qui per renderti più istruito, ma per aiutarti ad abbandonare ogni sapere acquisito.
E' come se una persona fosse profondamente addormentata e tu dovessi svegliarla. Naturalmente, è duro; non ci hai mai fatto caso?
Quando all'alba suona la sveglia, quando ti devi alzare per fare la Meditazione Dinamica, vorresti buttare la sveglia, dicendo: "Al diavolo la Dinamica!"... E' duro.
Un Maestro è una sveglia; dev'essere scioccante: deve scuoterti dalle fondamenta, perché deve sradicare la tua mente e trapiantarti in un mondo totalmente diverso.
Deve cambiare il livello del tuo essere; non è facile, è difficilissimo, ed è anche doloroso: richiede sacrifici. Resta qui solo se sei pronto a fare dei sacrifici; altrimenti lasciami.Infatti, sprecherai il tuo tempo e anche il mio. Se sei pronto ad attraversare tutta questa sofferenza inevitabile, questi sacrifici...
La parola "sacrificio" è bellissima. Vuol dire: rendere qualcosa sacro, santo. Se sei pronto ad accogliere i miei shock con profonda fiducia, in amore, diventeranno sacri. Allora la mia durezza non sembrerà tale: ti sembrerà compassione. Capirai che le mie parole erano dettate da un amore profondo; altrimenti, perché avrei dovuto preoccuparmene?