Ancora da: "L'essenza segreta" di Osho

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Oliviero Angelo
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Ancora da: "L'essenza segreta" di Osho

Messaggioda Oliviero Angelo » 01/04/2010, 1:09

(Terza domanda del 2° capitolo)


"La curiosità e una grande sete di conoscere l'eterno mi hanno portato nel tuo Resort. E' possibile che le persone curiose e sospettose non possono essere buoni ricercatori del Vero, non possono seguire un Maestro? Il consiglio che mi hai dato, di andarmene immediatamente, mi sembra piuttosto duro."

Primo: "curiosità" e "grande sete" non vanno mai insieme. La curiosità non è mai sete. E' infantile: semplicemente, desideri sapere. E'come un prurito: nulla di serio, nessun coinvolgimento, non sei disposto a pagare niente in cambio; sei curioso e basta. Per te non è una cosa seria, non è una sete profonda. Quando conoscerai ciò di cui sei curioso, la tua esistenza, il tuo essere, il tuo stile di vita non cambieranno. Vuoi conoscere, ma incidentalmente: è un interesse superficiale.
Molte persone vengono a chiedermi qualcosa. Qualcuno domanda: "Secondo te, Dio esiste o no?". Ebbene, già porre questa domanda vuol dire essere decisamente stupidi. La domanda è così vasta, così inesprimibile che, se sei realmente assetato, non riesci a verbalizzarla. Puoi piangere, singhiozzare, ma non verbalizzarla. La domanda è gigantesca, sconvolgente: come puoi pronunciarla? Il semplice esprimerla la rende profana, è un sacrilegio. La domanda è così sacra, così santa, che vibra in tutto il tuo essere, ma non riesci a formularla. Conosco anche quel tipo di persone. Vengono, cominciano a tremare e dicono: " Non sappiamo cosa dobbiamo chiedere". Talvolta una persona viene a chiedermi: "Osho, cosa dovrei chiedere?". Ebbene, la qualità di questa persona è totalmente diversa; non riesce nemmeno a formulare la sua domanda, perché la vita è troppo vasta: come puoi ridurla a una domanda? Se lo fai, sembri infantile. Domande e risposte esistono solo nelle scuole, non nella vita.Qualcuno arriva e chiede: "Dio esiste?". Si aspetta una risposta del tipo: "Si" oppure "No". A scuola, nelle università, ti è stato insegnato a rispondere a ogni cosa; non ti è mai stato insegnato a chiedere, ricorda, ma solo a rispondere. I fogli degli esami si riducono a una serie di domande: tu devi rispondere. Non ci si aspetta altro da te: la domanda non è importante, ciò che conta è la risposta.
"Dio esiste?"... E poi aspetti. Ovviamente, possono esserci solo due risposte: sì o no. Ma ha senso dire: "Sì, Dio esiste"? Risolverà forse qualcosa? Di certo hai già sentito quella risposta. Oppure, se ti viene risposto: "No, Dio non esiste", ti sarà forse d'aiuto? Hai già sentito anche quella risposta. Entrambe le risposte sono note. Cosa stai chiedendo? E' meglio restare in silenzio, palpitare. E' meglio piangere, singhiozzare, aprire il tuo cuore. La tua intensità, la tua sete, non saranno curiosità. La curiosità non esiste mai accanto a una grande sete.
Tu dici:
"La curiosità e una grande sete di conoscere l'eterno mi hanno portato nel tuo Resort."
Non credo sia così. A condurti qui può essere stata la curiosità. E questa persona sta facendo domande sciocche; in dieci giorni, ne avrà fatte cento.
Una grande sete ridurrebbe tante domande a una sola. Se la tua sete è grande, tutte le domande diventeranno una sola: "Chi sono io?". A quel punto, tutto il rsto è irrilevante.
Una persona assetata non si preoccupa di Dio, dell'esistenza del paradiso o dell'inferno, delle vite passate, della teoria del Karma e della reincarnazione.
Il suo unico problema è: "Non so chi sono". Questa è la prima e ultima domanda: "Devo sapere chi sono. Se lo scoprirò, tutto il resto divnterà secondario e comunque potrò conoscerlo; ma se non conosco me stesso, a cosa serve conoscere qualsiasi altra cosa?".
Quando è presente la passione per la verità, hai una sola domanda: chi sono io? E nelle cento domande che quest'uomo ha posto, non ce n'è stata una sola in quel senso: non l'ha mai fatta! Egli è curioso, e parla di "conoscere l'eterno": è anche avido!
Non conosci te stesso e brami l'eterno. Questa è avidità, ego: desideriamo questo mondo e quell'altro. Vuoi avere soldi, un conto in banca più ricco, case più spaziose, macchine più potenti, e in più il paradiso, l'empireo, Dio. Devi tenere in pugno ogni cosa... Questa è avidità.
Devi conoscere chi sei, allora ti verrà rivelato l'eterno; non è afferrando l'eterno che conosci te stesso, niente affatto: non lo puoi afferrare, sei troppo piccolo.
Prova a pensarci: un uomo, un uomo del tutto accidentale, che pensa di afferrare l'eterno? Una semplice febbre potrebbe ucciderti: a trentasei gradi e mezzo stai bene; tre o quattro gradi sotto e sei morto, tre o quattro gradi sopra e non ci sei più. Non puoi vivere oltre i quarantuno gradi, e vuoi afferrare l'eterno?
Non puoi vivere senza respirare per pochi minuti - non più di otto - e vuoi afferrare l'eterno? Un corpo che sta già morendo... Sin dal momento in cui sei nato, il tuo corpo sta morendo. Settant'anni non sono nulla in questa processione senza tempo, in questa eternità. Un uomo che vivrà settant'anni vuole afferrare l'eternità? Una testa così piccola... Come puoi infilarci l'eternità? E' come se qualcuno stesse cercando di riversare tutto il mare in un cucchiaio.


Ho sentito di un grande filosofo... Dev'essere stato Aristotele. Un matino stava passeggiando su una spiaggia, quando vide una persona che sembrava impazzite: aveva scavato una buca e con un cucchiaino vi stava riversando l'acqua del mare. Faceva la spola tra la buca e il mare.
Aristotele lo vide e si chiese: "Cosa starà facendo?". Si avvicinò e glielo chiese.
L'altro rispose: "Ho deciso di svuotare l'intero oceano dentro questa buca". Aristotele disse: "Sei pazzo? Con questo cucchiaino? In questa piccola buca? Questo "enorme" oceano?".Quel folle cominciò a ridere, dicendo: "Io pensavo che tu fossi il pazzo. Ho sentito dire che vuoi afferrare la vita eterna. Con questa piccola testa? Chi è il pazzo?".


Quest'uomo dev'essere stato un grande veggente. Aristotele ne fu molto turbato, perché aveva ragione. La verità lascia sempre sconvolti.
Rispetto alla verità, non essere avido, perché arriva solo quando non lo sei.
E quando non sei avido, non sei piccolo: l'avidità ti rimpicciolisce; quando ogni avidità scompare, i tuoi confini si dissolvono. A quel punto, non sei una piccola buca di fianco all'oceano; è l'oceano a essere una piccola buca di fianco a te. La verità non è qualcosa che devi possedere, è qualcosa che deve possederti: le devi lasciare spazio.
Ma quest'uomo è molto istruito, e la conoscenza non lascia mai spazio alla verità. In tutte e cento le sue domande, ha fatto sfoggio del suo sapere: tutti i testi sacri che conosce, ogni cos che ha udito, tutto ciò che è stato condizionato dentro la testa...

"E' possibile che le persone curiose e sospettose non possano essere buoni ricercatori del Vero, non possano seguire un Maestro?"
No, una person curiosa, sospettosa, non può diventare un seguace. Essere un buon seguace è qualcosa di remoto perché, per seguire un maestro, devi avere fiducia.
Per addentrarti nell'ignoto con qualcuno, dovrai avere quanto meno un po' di fiducia. E quest'uomo non conosce la fiducia: è sospettoso ma non sa cosa sia la fiducia. Il dubbio non può condurti al viaggio interiore: va bene nella scienza, la scienza dipende dal dubbio. E' un metodo che vale per il mondo della scienza; se hai fiducia, non ti avvicinerai affatto alla scienza; dovrai essere scettico. La scienza è un metodo ostile, si basa sull'antagonismo.
La religione, il misticismo, sono totalmente diversi, diametralmente opposti. In essi, il metodo è la fiducia, non il dubbio. Se hai fiducia in me, ti puoi accompagnare a me. Non c'è altra via.


Infine, chi ha posto la domanda dice: "Il consiglio che mi hai dato, di andarmene immediatamente, mi sembra piuttosto duro."
Duro? Duro, dici? Allora non sai nulla dei Maestri. Non è duro! E' molto cortese... Hai mai sentito parlare dei Maestri Zen? Se avesi fatto la stessa domanda a un Maestro Zen, ti sarebbe saltato addosso; te le avrebbe date di santa ragione e alla fine ti avrebbe cacciato dal suo ashram. Un giorno lo farò io. Aspetta... Aspetta, abbi un po' più di fiducia in me e vedrai.
Duro, dici? Non è duro. E' pura compassione nei tuoi confronti.
Ne hai bisogno, te lo meriti... Perché una persona istruita ha bisogno di shock, di elettroshock. Io non sono qui per renderti più istruito, ma per aiutarti ad abbandonare ogni sapere acquisito.
E' come se una persona fosse profondamente addormentata e tu dovessi svegliarla. Naturalmente, è duro; non ci hai mai fatto caso?
Quando all'alba suona la sveglia, quando ti devi alzare per fare la Meditazione Dinamica, vorresti buttare la sveglia, dicendo: "Al diavolo la Dinamica!"... E' duro.
Un Maestro è una sveglia; dev'essere scioccante: deve scuoterti dalle fondamenta, perché deve sradicare la tua mente e trapiantarti in un mondo totalmente diverso.
Deve cambiare il livello del tuo essere; non è facile, è difficilissimo, ed è anche doloroso: richiede sacrifici. Resta qui solo se sei pronto a fare dei sacrifici; altrimenti lasciami.Infatti, sprecherai il tuo tempo e anche il mio. Se sei pronto ad attraversare tutta questa sofferenza inevitabile, questi sacrifici...
La parola "sacrificio" è bellissima. Vuol dire: rendere qualcosa sacro, santo. Se sei pronto ad accogliere i miei shock con profonda fiducia, in amore, diventeranno sacri. Allora la mia durezza non sembrerà tale: ti sembrerà compassione. Capirai che le mie parole erano dettate da un amore profondo; altrimenti, perché avrei dovuto preoccuparmene?
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Messaggioda Oliviero Angelo » 01/04/2010, 1:17

Lo so, miei luccicanti concittadini, questo post è lunghetto, si...
Ma ho voluto condividere questo paragrafo in toto perché lo ritengo per il mio momento attuale molto illuminante e ho trovato risposte che pensavo di sapere ma che qui ho potuto toccarle con l'anima, che ora sa.

DAVVERO.
Nulla succede per caso e "guarda caso" proprio oggi mi sono imbattuto in questo passaggio dopo mesi che avevo la possibilità di leggerlo e mai ne avevo avuto desiderio di farlo.
Come sempre ho ancora la presunzione di pensare che se qualche cosa è potuta servire a me, possa anche servire a qualcun altro.Da questo mio pensiero il desiderio di condividere.
"La curiosità" mi riguarda molto da vicino, i dubbi anche, purtroppo.
Ma soprattutto l'essere stato "mandato via immediatamente" da un certo contesto di gruppo era l'evento e la domanda che mi feriva, dava dolore e ne cercavo la risposta pur essendomi stato detto che era un gesto d'infinito e immenso amore.
Introspezione e ascolto di me stesso mi avevano già parzialmente illuminato, e lo dico, ebbene si, con personale compiacimento.
Ma ora ho capito meglio.
Se le persone coinvolte da questo mio evento (loro lo sanno) leggono questo mio post, voglio approfittare per dire loro che le ringrazio con tutto il cuore e con profondo Amore e Comprensione.
Ne avevo bisogno, ora ho capito.

Ora ho ancora, se non di più, fiducia in ogni vostro passo, che seguirò con Amore incondizionato gioiendo del vostro gioire.
So di avere il Vostro Amore più vero e profondo.
Spero di potermelo sempre meritare continuando il percorso che di certo voi auspicate ancora più di me, amandomi così tanto.
Grazie.


Gladius Lucis
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Messaggioda drago-lontra blu » 01/04/2010, 7:56

Ho appena detto che sono curiosa.
Quando mi avvicino a qualcosa, titubante, può succedere che ci siano domande sciocche, secondo me è logico, e facendolo sembro infantile e anche questo secondo me è normale.

Se sapessi cosa domandare non starei a fare domande sciocche, ma nessuna domanda è sciocca, secondo me è solo una domanda.
Ed è possibile non ricevere risposta, perché la domanda è considerata sciocca , ma da colui che ne conosce la risposta.
Quando in molti, ripetutamente fanno la stessa medesima domanda sciocca, è chiaro che scatta il meccanismo dell'esasperazione, e scatta anche un diverso modo di rispondere.
Ma ogni persona è davanti ad una prima volta, ad una prima domanda, che nasce dlla curiosità superficiale, solo cosi secondo me si può continuare.
La curiosità diventa sete, ma stiamo di nuovo gocando con le parole, filosofeggiando con loro e sempre secondo me, è un lavoro sterile.
E se non avessi dubbi non avrei domande, e chi è Maestro deve attendersi domande di ogni genere, altrimenti perché ti definisci Maestro? lo ha appena detto che i maestri di scuola insegnano a rispondere soltanto.....quindi è ovvio che le domande saranno sciocche.
E con questo?
Lo so che non conosco me stessa e bramo l'eterno: si ammira sempre chi per noi è un esempio e vorremmo assomigliarli almeno un po'....
E con questo?...


ma come dice, queste sono domande sciocche.
io insisto, per un maestro ogni domanda dovrebbe essere lecita, anche quelle insulse.

Grazie Gladius, bellissimo articolo, su cui cè molto da riflettere.
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Messaggioda shanti » 01/04/2010, 11:15

Sul cammino spirituale si incontrano tanti maestri,credo, di molti livelli. Direi che forse è meglio chiamarli insegnanti. Penso che un buon insegnante, per essere tale, deve accettare qualunque domanda e non riderne mai, non scocciarsi mai. Deve parlare in modo semplice, come se parlasse a bambini, e dare risposte alle curiosità di chi si avvicina per conoscere.
(Ho conosciuto anche persone che si ritenevano Maestri, e dicevano di non poter rispondere...in realtà non sapevano cosa risponderti.)

Ma quando la tua testa è piena, quando la tua sete di sapere cose è soddisfatta, arriva un momento in cui, tutto tace e ti accorgi che le domande che ti muovevano il giorno prima, non hanno più senso.

E arriva quella...chi sono io?...ma per comprendere quella, devi fare spazio. Tutte le risposte che hai avuto, non ti daranno risposta a questa ultima. Tutte le conoscenze acquisite non portano l'immenso dentro di te.

A quel punto, può accadere di incontrare "il Maestro", quello vero, che in un certo senso ti demolisce, fa crollare le tue certezze, il bel palazzo che ti sei costruito. A volte è duro, ti sembra egoista e cattivo, ma non fa altro che ...fare spazio... dentro di te. Se sei pronto, gli stai vicino e lasci cadere il tuo ego, con amore, se non lo sei, ti ribelli e te ne vai, credendo di essere stato allontanato. Ma sei sempre tu a scegliere. Ma anche allontanarsi o essere allontanati, in quel momento, è necessario.
Non sempre questo maestro è fisico, a volte è il tuo stesso Sè superiore, ma, sempre, ti mette davanti a... te stesso. A volte è una contadina, o un bambino. A volte un Arcangelo.

Ma non sono proprio le mille domande che hai fatto che ti hanno condotto a quel punto? La ricerca è fatta di curiosità e dubbi. Spingono a continuare

Io avevo incontrato un Maestro e non l'ho riconosciuto, cercavo ancora risposte, e non l'ho riconosciuto perché non ero ancora arrivata a chiedermi "chi sono?". Mi faceva arrabbiare, non rispondeva ciò che io volevo sentire, non mi soddisfaceva. Dopo molto tempo ho capito che mi stava facendo vedere cose di me che non ero ancora riuscita a vedere. Mi allontanò, e io accettai di essere allontanata, e fu una mia scelta, anche se per molto tempo feci la vittima. Anche vedere questo è stato un suo dono. Solo ora comprendo che aveva la Spada della verità in mano. Ho avuto bisogno ancora di molti anni per comprendere...

Ricordate la sciamana di Pandora, Mo'at?, quando Jake chiede di conoscere, lei gli dice "E' difficile mettere qualcosa in una coppa chè è già piena" Le parole non sono esattamente queste, ma il significato sì.

Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
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Messaggioda mariposa azul » 01/04/2010, 14:32

Che bel post! Gladius grazie per questa possibilità di riflessione.

Sono senz’altro anch’io dell’idea di Drago e di Shanti: non esistono domande sciocche, esistono domande,… punto.
Chi le fa non è consapevole, per questo cerca di comprendere.


Ad un bambino non si dice “stai facendo una domanda sciocca”, ma tutt’al più lo si può invitare a riflettere a voce alta e sarà lui eventualmente a tirare le proprie conclusioni, senza sminuire nessuno e senza affibbiare etichette da incompetente ad alcuno.

In questo scritto Osho parla di un’ ipotetica persona che va da lui per iniziare il cammino di conoscenza, ma ahi per lui, utilizza parole che il “maestro” non condivide.

Mi sembra di vedere il prototipo di insegnante della vecchia energia, se azzecchi la risposta in linea con il suo pensiero bene, se azzardi invece ad utilizzare il tuo modo di pensare e di
vedere sono guai per te.


Che facciamo? Riapriamo la discussione già fatta su maestro esterno e maestro interiore?

Sono dell’idea che il Maestro, quello vero, non utilizzerà mai tecniche tendenti a sminuire e a distruggere volontariamente una persona, ma potrà essere l’altra persona tutt’al più, a rendersi conto di non essere in linea con l’energia del luogo e a decidere autonomamente di andarsene.

Questo se il suo comportamento è corretto, certo che, se mette in atto strategie subdole e non è supportato da intenzione pura, il Maestro può essere giustificato anche a prenderlo per la
collottola e a fargli cambiare forzatamente aria.


La curiosità può avere connotazioni negative se rivolta al voler sapere cose riguardanti gli altri giusto per criticare, ma se la curiosità è rivolta alla conoscenza penso che sia la molla indispensabile per poter iniziare o continuare un cammino. Non è semplice capire qui quale accezione Osho voglia dare alla parola curiosità; forse per curiosità intende la conoscenza
superficiale atta solo a placare una sete di conoscenza momentanea…quella messa in atto dai bambini per intenderci, attraverso le mille domande che rivolgono (e alle quali gli insegnanti e/o i genitori rispondono o dovrebbero rispondere se fossero tutti persone corrette e dotate di pazienza).


Certo che in campo spirituale e iniziatico è necessario che subentri un’altra motivazione oltre alla curiosità per intraprendere il cammino.

Ci vuole consapevolezza, data appunto dalla conoscenza di sé, imprescindibile e che comporta l’assunzione di responsabilità personali sempre più vaste.

Forse è questo il monito che Osho vuole farci comprendere: il percorso iniziatico è un percorso dal quale non puoi più retrocedere, più procedi nel “gioco” più esso diventa “duro”. Non ci si può più nascondere o far finta di non sapere…se non si è onesti con se stessi si paga lo scotto, immediatamente.
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
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Messaggioda shanti » 01/04/2010, 14:45

Di Osho si possono dire molte cose, si può non essere d'accordo con ciò che dice, ma è stao un maestro che ha portato un insegnamento innovativo e fuori dai vecchi canoni. Certo la vibrazione dei suoi anni è diversa da quella attuale, ma lui credo, si sia proiettato in avanti, con concetti e insegnamenti fuori dagli schemi.
Che poi il suo insegnamento sia stato travisato da alcuni suoi discepoli, ci sta.
Il Maestro, quello vero, non usa mai tecniche tendenti a sminuire il discepolo, ma lo porterà a smantellare le maschere, le false certezze e gli alibi dietro cui si nasconde. E questo, a volte, viene scambiato dall'ego come un tentativo di sminuire o umiliare. Come distinguere un vero maestro, da un imbecille che si spaccia per maestro ma non capisce nulla e fa il misterioso per farti sentire incapace? La risposta è nel cuore e nella consapevolezza. Il vero Maestro trasmette qualcosa, con lo sguardo, con i gesti, e, dentro lo senti, anche quando il tuo ego si impenna, al di là di tutto senti... l'amore.
Sii umile perché sei fatto di Terra, sii nobile perché sei fatto di Stelle.
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Messaggioda Ospite » 01/04/2010, 14:49

Ogni tanto anche io scivolo dalle scale...nella fretta salto gli scalini e capitombolo, ma essendo 'zavorrata' la dove serve, mi tiro poi su...con grande nonchalance (fransè tremend ^^)

Nello scivolone di ieri, stavo proprio per scrivere un mp a Shanti del tipo...”Shanti...ma che volto ha Dio” ...poi non l'ho fatto perché la risposta mi è arrivata quasi contestualmente...o forse sarebbe meglio dire che si è 'dissolta' la domanda.

Onestamente non mi sento molto sciocca per aver fatto questa domanda e se servirà in un qualche altro sciovolone, la rifarò perché è parte di me, è parte di me l'essere ogni tanto sciocca ogni tanto saggia. Parte del mio essere sospesa tra cielo e terra. Poi domani, si vedrà :)

Proprio in questi giorni invece riflettevo sul 'sapere' ( Gladius...a che n. di sincronia siamo?? )
E adesso, leggendo qui, ho formulato questo pensiero...ma ho non assolutamente idea se sia sensato...





E' come essere in cammino in questa foto...

Noi siamo sospesi li, in quel pulviscolo luminescente..energie/anime/essenze/stelle/vita...ci chiamano in così tanti modi da così tanto tempo, ognuno con una 'scuola', ognuno con una teoria...e noi, noi che galleggiamo li non conosciamo nulla e non tratteniamo nulla...noi camminiamo, leggeri in questa scintillante bellezza e passo dopo passo raccogliamo informazioni che poi rilasciamo altrove, una parola, un pensiero... niente ci appartiene eppure abbiamo tutto.

Un po' come quando ci scambiamo piccoli sassi o bottigliette d'acqua dai luoghi che ci sono cari e che visitiamo...lo stesso accade tra noi e il tutto: uno scambio.

Mi sono sempre sentita male quando le persone mi dicevano “ tu sai così tante cose “ ...mi sentivo in colpa (ma tanto!), come se fosse sbagliato e tantissime volte ho tentato di ricacciare questo sapere sotto il tappeto.

Poi improvvisamente ho compreso...quello che so non è mio, è 'preso in prestito' per il tempo in cui mi serve, e nel modo in cui mi serve, mentre avanzo, mentre cammino.

Raccolgo ed abbandono e ci metto un po' del mio amore, un po' delle mie esperienze, un po' dei miei errori; io mi trasformo, ciò che ho preso e poi lasciato si trasforma...il tutto continene il tutto, per questo forse non 'aspira' a nulla di particolare...un po' come la curiosità, no?

Mi immagino un flusso continuo ed innarrestabile che permea e travolge ogni cosa...e tutti noi siamo immersi in questo continuum (che io chiamo Universo).

Quello che 'studiamo', leggiamo, domandiamo, le persone che incontriamo, le esperienze che viviamo, ciò che il nostro Sè come lo chiamano alcuni (o il nostro vortice di energia come lo chiamano altri) attira di volta in volta è ciò che ci serve per partecipare, per 'essere attivi'. Attiriamo e respingiamo, inspiriamo ed espiriamo e questo moltiplicato all'infinito è quella che io chiamo Vita...sempre più evoluta, sempre più 'elevata', sempre meno cemento e sempre più Stelle.

“E' difficile mettere qualcosa in una coppa che è già piena “ ...mi si è formata un'immagine ...il momento in cui ciò che riempie la coppa arriva a straripare...allora per il principio dei vasi comunicanti...ciò che riempie la coppa si uniforma a ciò che permea tutto il resto...e tutto è scambio, comunione, comunicazione...istantanea.

Osmosi è la parola che meglio esprime quello che intendo... tra cellula e cellula, tra persona e persona, tra terra e cielo; la vita è una meravigliosa maestra, e la vita si esprime attraverso ogni intelligenza. Dalle piante alle pietre, dal panettiere al filosofo.

Ricordo quando ero piccola, ho sempre amato prendere in prestito I libri in biblioteca ed ho sempre amato regalare I miei per 'far circolare' le cose ... se prendo I semi da una pianta che trovo nel bosco, sempre ne lascio uno che ho portato con me ... ora che le 'vibrazioni' sono cambiate non circolano solo libri, semi, idee...circolano anche sensazioni, pensieri e ciò che serve ci raggiunge sempre.

E' un po' uno sproloquio, me ne rendo conto!!!

Un bacio grande!!!




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Messaggioda shanti » 01/04/2010, 15:04

Nessuna domanda è sciocca e nessuna risposta è sbagliata. Come sempre, è tutto perfetto com'è.
Hai reso bene l'idea.
Nel nostro cammino raccogliamo molte cose che diventano parte di noi, della nostra energia, e che passano da noi agli altri. Io mi arricchisco tantissimo, ad esempio, leggendo il tuo blog, non solo per le tante notizie, ma per come le fai tue e le lasci fluire, accompagnate dalla tua vibrazione di anima. Così come leggendo i vostri post.
Ed entra tutto a far parte di me, sottoforma di vibrazione che mi accompagna e si spande attraverso il respiro e il battito del cuore, lo sguardo e le parole.
Ed è vero, è un continuo scambio, tutto vibra. Credo che il segreto sia proprio nel non considerare il sapere acquisito come cosa che ci appartiene, nè farsene vanto.

Se lo senti tuo, ciò che di nuovo giunge scivola via sulla superficie della coppa, ma se, come te, comprendi che fa parte del tutto, che è parte di tutti, allora il nuovo può penetrare completamente dentro il calice e tutto fluisce....

Cara Nova mi ritrovo anch'io a essere a volte sciocca, a volte saggia e mi piace molto....

...e, se mi avessi fatto la domanda, forse ti avrei risposto che Dio ha il volto che vedi nello specchio, ogni volta che ti guardi ....
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Messaggioda Oliviero Angelo » 01/04/2010, 15:19

Credo che tu, arcansiel, abbia evidenziato il giusto punto di vista.

Per "curiosità" s'intende il desiderio di conoscere, il nozionismo fine a se stesso, il risolvere dubbi tipici di apprendimenti scientifici e tecnologici, scolastici, che possano anche gratificare l'ego con il collezionare conoscenza.
Ovvio che siamo tutti curiosi (io l'ho messo addirittura come personale caratteristica umorale nei dati della mia iscrizione qui in Città) ma in un percorso interiore spirituale non sono tanto le domande "importanti" o ricorrenti che possono cambiare la consapevolezza di chi siamo quanto l'indagare interiore per ritrovarci più scartando il superfluo che aggiungendo nozioni su nozioni.
Come anche ribadisce Shanti, alla fine dobbiamo svuotarci per far posto all'infinito, all'Amore incondizionato per ciò che siamo... per poterlo riversare esternamente.
Le domande le formula la mente, zittendola potremo accogliere le risposte che da sempre sono dentro di noi, a portata d'anima.
Quando sapremo chi siamo (e fortunatamente molti di noi lo sanno) allora molte domande non esisteranno più e resteranno solo domande attinenti al vero percorso interiore che abbiamo scelto di intraprendere.
Per quel che mi riguarda molti mi pongono domande con curiosità su aspetti "spirituali" che magari notano nelle mie quotidianità ma la maggior parte è mossa solo da "curiosità" nozionistica,non da sete urgente da placare. So che non saranno mille domande sul tema che potranno far comprendere loro l'essenzialità dell'essere.
Per loro ogni risposta è un "avere" in più, un sommare conoscenza quasi come collezionare qualcosa. E avere un argomento in più da sfoggiare in determinate occasioni conviviali.
Ma, per esempio, mi chiedessero e si chiedessero il perché sono qui al mondo, chi sono davvero oltre ai ruoli ritagliati nella società e nei contesti nei quali vivono, ecco... penso che ogni chiedere sia davvero finalizzato ad una riscoperta del loro vero Sè.
Quando si chiedono chi sono, comprendendo che non sono quello che hanno, il loro lavoro, la loro famiglia, le loro capacità e talenti...ecco, questa per me è sete che brucia la gola.
Sull'essere allontanati si può intendere come causa di shock emotivi che possono ribaltare il personale modo di affrontare e vivere una conoscenza e farci rendere conto di cosa sia davvero la Sapienza, rimettendoci totalmente in discussione.
Si può nascere davvero solo morendo.
Quando qualcuno si trova in un impasse emotivo tra ciò che sa e ciò che riesce a far essere, essere scossi fin dalle fondamente è sicuramente un atto d'Amore Assoluto in chi lo compie nei confronti di chi si vuole davvero aiutare a trovare la giusta personale dimensione dell'essere Amore.
E come ancora dice giustamente Shanti, questo Maestro può essere chiunque, anche il nostro Vero Sè.
E può essere anche un...Arcangelo. Questo lo posso confermare.
Grazie, anime illuminate, per queste riflessioni che avete condiviso, arricchendomi ulteriormente.


p.s.: intanto che scrivevo questo intervento ho notato altri interventi della mia sincrona per eccellenza Nova e Shanti. Posto questo e poi mi prendo tempo per leggere e dire la mia sugli ultimi interventi....
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Messaggioda shanti » 01/04/2010, 15:22

Che bello questo aprirsi, confrontarsi, comprendere le nostre sfaccettature. Grazie cari compagni di cammino, grazie, questo crea una bellissima intimità.



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